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giovedì 31 maggio 2012

A SCUOLA DI ECOLOGIA


AVVISO PUBBLICO POR FSE 2007/2013 ASSE IV CAPITALE UMANO REGIONE CAMPANIA

OBIETTIVI:

Realizzazione di un’azione sperimentale tesa a favorire la promozione, sensibilizzazione e diffusione di buone prassi finalizzate all’educazione ambientale al fine di sviluppare una coscienza ecologica dei giovani e dei cittadini. I progetti dovranno contenere percorsi di educazione all’ambiente e alla sostenibilità con l’obiettivo di promuovere e supportare i comportamenti della cittadinanza verso stili di vita più sostenibili. Promuovere la partecipazione dei genitori degli alunni a percorsi di formazione mirati all’educazione ambientale. Il programma “a scuola di ecologia” intende sensibilizzare la popolazione e descrivere come attraverso azioni concrete sostenibili è possibile assumere comportamenti più rispettosi dell’ambiente. In coerenza con gli orientamenti comunitari e con gli indirizzi di programmazione regionale, gli obiettivi specifici dell’azione sono:

1)      Promuovere percorsi di apprendimento formale di breve durata finalizzati al rafforzamento delle competenze necessarie a mantenere un ruolo di cittadinanza attiva in coerenza con le esigenze del contesto socio economico e territoriale, favorendo il coinvolgimento dei genitori degli alunni in modo da trasferire una coscienza ambientale dei cittadini;

2)      Promuovere percorsi di apprendimento “informali e non formali” attraverso la realizzazione di un evento finale che coinvolga alunni, genitori e territorio sulle tematiche ambientali trattate nell’ambito dell’attività formativa.

BENEFICIARI : beneficiari degli interventi sono le scuole Secondarie Statali di I grado e gli istituti Superiori Statali localizzati nella regione Campania le quali potranno presentare una sola proposta progettuale.

DESTINATARI: destinatari dell’intervento sono donne e uomini, residenti e/o domiciliati in Campania genitori degli alunni iscritti all’Istituzione Scolastica beneficiaria. A tutti i partecipanti che avranno concluso il percorso formativo (è consentito un numero di ore di assenze pari al 20% del totale delle ore previste dal progetto) verrà corrisposto un rimborso orario pari a Euro 2,00.

PARTENARIATO: il partenariato dovrà essere costituito da almeno una Istituzione scolastica e una associazione del territorio. Le associazioni senza scopo di lucro partecipanti possono partecipare al massimo a N 5 proposte progettuali.

TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE: la proposta progettuale dovrà pervenire entro e non oltre le ore 12,00 del 28/06/2012.

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO: la durata complessiva delle attività progettuali non dovrà superare le 70 ore per un numero allievi di minimo 15 e massimo 20 ad un costo ora allievo di Euro14,00.


mercoledì 30 maggio 2012

Finanziamenti a fondo perduto dello Stato per chi apre una nuova impresa.

Per i giovani delle Ssrl (abolito il fondo di garanzia e il notaio) serve del capitale.
Che adesso si può trovare, al 50% a fondo perduto, e al 50% a tasso agevolato in 5 anni.
Massacrati dalle tasse, gli imprenditori sono in crisi. Ma anche per avviare un'impresa serve denaro, e servono finanziamenti. I giovani ora potranno aprire una società semplificata srl (ssrl) con un euro e senza spese di notaio. La norma ha causato qualche discussione (non troppe, in verità: si preferisce chiaccherare invece di discutere sulle cose reali?).
Una Srl è una società a responsabilità limitata, senza cioé che i debiti societari vengano addossati ai soci.
Grazie al governo Monti è buona cosa che il giovane possa aprire senza l'obbligo di versare la garanzia minima di capitale sociale di 10.000 euro. Ciò può dare ai meno ricchi la possibilità di diventare imprenditori col microcredito o altre forme, ma si deve essere realisti: serve capitale anche per comprare i beni necessari ad aprire la propria azienda (anticipi per affitti, beni strumentali, licenze, tasse, bolli...)
Difficilmente una piccola impresa di servizi riesce a partire con meno di 10.000 euro. Se poi si tratta di rilevare un bar e rinnovarne il bancone, si parla di cifre molto più elevate. A questo proposito ci sono opportunità di cui non tutti conoscono l'esistenza. Ecco una strada da percorrere.
In primo luogo ci si può rivolgere ad uno specialista dei finanziamenti, come nel caso di QS & Partner, che ha una lunga eserienza in materia di Start-up aziendale. Ciò permette di accedere con un Business Plan coerente a Invitalia che è l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del sistema produttivo.
Vi sono diverse opportunità di finanziamento dello Stato, una delle più interessanti si chiama Autoimprenditorialità e riguarda la produzione di beni nei settori dell'agricoltura, dell'industria o dell'artigianato e fornitura di servizi a favore delle imprese. Investimenti previsti non superiori a € 2.582.000.
Un'altra sezione finanzia le spese per l'avviamento di società di servizi e si chiama Autoimpiego, e offre la possibilità di crearsi la propria azienda (purché la business idea sia valida; il consulente Invitalia valuta questo aspetto) anticipando le spese, che saranno rimborsate al 50% a fondo perduto e al 50% a tasso agevolato in 5 anni.
C'è un tetto di 25.000 euro per le spese rimborsabili per una ditta individuale, mentre per una microimpresa (Snc etc.) il tetto diventa di 129.000 euro. Possibile finanziare anche dei Franchising.
Per le imprese già esistenti vi sono ad esempio gli incentivi e finanziamenti dell'INAIL per migliorare la sicurezza sul lavoro. Il contributo dell'Inail può arrivare a 100.000 euro.

martedì 29 maggio 2012

Pubblicato il dossier di Legambiente sugli oneri elettrici

In dieci anni le famiglie hanno dovuto pagare un aumento di circa 177 euro a famiglia. Ma le rinnovabili incidono solo per il 13% sulle fatture elettriche
Mentre i consumatori sono alle prese con il nuovo aumento sulle bollette elettriche, Legambiente torna ancora una volta sulla questione per portare un po’ di chiarezza sugli oneri delle fatture energetiche italiane.
Chiarezza necessaria dal momento che quel +4,3% approvato dall’AEEG sulla componente tariffaria a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate ha ridestato l’attenzione di quanti incolpano le green energy del caro bolletta. Che gli importi delle fatture elettriche degli italiani, nell’ultimo decennio, siano levitate è un dato di fatto.
Secondo i dati riportati dall’Authority la spesa annua delle famiglie è aumentata del 52,5% tra il 2002 e il 2012, passando da 338,43 a 515,31 euro. Ma, spiega Legambiente, i 176,88 euro in più che le famiglie si trovano a pagare non vanno attribuite al peso delle rinnovabili.
La colpa, afferma l’Associazione nel suo dossier “La verità sulle bollette elettriche”, è “dell’andamento del prezzo del petrolio e della nostra dipendenza dall’estero per le importazioni di fonti fossili”. Ogni segno più nella voce “servizi di vendita” – che comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e poi rivendere l’energia elettrica ai clienti – è seguito un aumento puntale delle bollette. E se la voce in questione è praticamente “decollata” passando da 106,06 euro a 293,96, nelle fattura familiari si è registrato un aumento del 177,2%.
Ovviamente nel tempo è cresciuto anche l’onere di sistema legato alle eco-energie. Secondo valori aggiornati al II trimestre 2012 (al lordo delle imposte) è possibile stimare una spesa in bolletta per la componente A3 pari al 15,04% del totale, che per un utente domestico tipo (residente con consumi pari a 2700 kWh/anno e potenza pari a 3 kW servito in maggior tutela) significa 77,51 euro l’anno. E se decurtate dalla parte A3 fonti “assimilate”, 67,3 euro l’anno, comparabile con quanto viene pagato in termini di servizi di rete e imposte.
“Va tenuto d’occhio anche questo aumento – commenta Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – ma è uno strabismo e una chiara ipocrisia lanciare allarmi sulle rinnovabili ignorando l’87% della bolletta e le ragioni degli aumenti di questi anni. Se si vuole veramente aiutare le famiglie e le imprese, occorre ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e dall’estero e premiare, invece, gli investimenti in efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili. Oltre a fare in modo che il mercato dell’elettricità funzioni veramente, verificando che la concorrenza nell’offerta ci sia veramente e premiando le tecnologie più efficienti”.

Fondo Microcredito Campania, finanziamenti fino a 25.000 euro per creare la tua impresa

E’ nato il Fondo Microcredito FSE! La giunta della Regione Campania, con deliberazione n. 733 del 19 dicembre 2011 ed dotazione di 100 milioni di euro si mette in pari con il più moderno meccanismo di ingegneria finanziaria per il sostegno alle micro, piccole e medie imprese della Campania.
Il Fondo Microcredito FSE, che opererà a pieno regime a partire da giugno 2012 e sarà gestito da Sviluppo Campania Spa attinge risorse a valere sugli assi I, II e III del Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2007-2013. Il fondo permetterà di realizzare nuovi investimenti nel sistema produttivo campano, incentivando sia le nuove attività sia le realtà imprenditoriali esistenti con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese ed a favore dei soggetti in condizione di svantaggio economico, sociale e occupazionale, dei giovani, delle donne, degli immigrati, dei disoccupati e dei lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro.

lunedì 28 maggio 2012

PROGETTO ENERGIE RINNOVABILI: ASSISTENZA E CONSULENZA PER REALIZZAZZIONE DI UN SISTEMA FOTOVOLTAICO


In alcune regioni Italiane si continuano a registrare ritardi legati alle opportunità sulle grandi tematiche mondiali come i consumi di risorse e la diversificazione degli investimenti. La Campania e la Calabria si collocano, infatti, agli ultimi posti per l’installazione di impianti legati alle energie rinnovabili nonostante la felice collocazione geografica di entrambe, e per l’utilizzo delle risorse naturali esistenti. Pertanto, anche la filiera tecnologica ed economica, che si legano alle rinnovabili, coinvolgerà marginalmente le aree meridionali dell’Italia che continuano a scalare posizioni per le percentuali di disoccupazione giovanile/femminile e per il crollo delle attività economiche sia residenti che in creazione. Tutto questo mentre per l’industria fotovoltaica del Vecchio Continente si profila la possibilità di scendere in campo ed ingaggiare una “guerra commerciale” col settore manifatturiero cinese. Dopo la causa intentata dalla ‘Coalition for American Solar Manifacturing’ (CASM) e la decisione del Dipartimento del Commercio USA di applicare un dazio del 31% sui pannelli solari cinesi importati negli States, le acque sono tutt’altro che calme. Il produttore tedesco SolarWorld AG ha oggi rivelato l’intenzione di formare una nuova cordata di aziende, plasmata sul modello di quella creata in America, per chiedere a Bruxelles forti misure antidumping contro la Cina. A decidere il destino del mercato europeo saranno le imprese stesse; perché l’UE sia obbligata a prendere in mano la questione, è necessario che più di un quarto del segmento fotovoltaico d’Europa firmi la petizione anti-dumping. A quel punto Bruxelles avrà a disposizione 45 giorni prima di decidere quale azione intraprendere. “Siamo fiduciosi”, ha confidato Milan Nitzschke, vice presidente di SolarWorld a EurActiv. ”Tutti nel settore manifatturiero sono stati colpiti [dalle azioni della Cina], quindi riusciremo a formare una vasta coalizione [con] un numero di aziende provenienti da diversi Stati membri dell’UE almeno di due cifre.”Prima di agire, ovviamente, l’Unione dovrà valutare se vi è la prova evidente che il “Made in China” abbia causato un danno è ad una quota significativa del settore europeo. Quello che manca è proprio l'idea di voler integrare nel sistema elettrico l'energia da rinnovabili. Nella attuale esperienza di confronto con le istituzioni quasi mai si è incontrata una visione strategica in tale senso. Non si può pensare di gestire l'impatto del fotovoltaico come un problema, quando è anche una grande opportunità: si pensi all'effetto di contenimento del prezzo che sta avendo in alcune ore alla Borsa elettrica. Cerchiamo invece di permettere a tutti di godere di questi benefici, per esempio migliorando i sistemi di previsione. Ora che siamo a 13 GW è assolutamente importante farlo. Ci potrà essere anche accumulo decentralizzato, spostando così l'onere di previsione su chi possiede gli impianti. Le possibilità di dare al fotovoltaico una programmabilità e prevedibilità maggiore ci sono, ma vanno estese. Inoltre c'è bisogno di un'accelerazione fortissima, quindi di investimenti. La priorità è massima per dare la possibilità ai 13 GW di fotovoltaico e agli oltre 6 di eolico di essere utilizzati in maniera efficiente, portando benefici sotto forma di riduzione dei costi dell'energia elettrica. In questa ottica di innovazione di raggiungimento degli imprescrittibili parametri del Protocollo di Kyoto, ci siamo incamminati nel lungo e fruttuoso percorso non solo di portavoci, ma anche di operativi nel settore delle energie rinnovabili, acquisendo sia competenze, che partnership di alto profilo qualitativo. L’ottica delle energie rinnovabili è il naturale investimento per un futuro migliore, per offrire ai nostri discendenti una Terra più pulita e vivibile.

mercoledì 23 maggio 2012

Successo del Progetto Sun EAGLE al Parco del Mercatello (SA)

Splendida due giorni presso l'Evento "Fattorie in Città", presso il Parco del Mercatello di Salerno, sottotitolo la "Buona agricoltura arriva a Salerno", dove presso lo stand della Azienda Agrituristica "La Fattoria" di Ascea Velia (SA), era presente il Progetto "Sun EAGLE" afferente al LIFE+ dell'Unione Europea, rappresentato dal Dott. Vincenzo Quagliano e dal Dott Antonio Ansalone, nonchè da alcuni volontari.
Gli stendardi della Regione Campania e quello del Progetto "Sun Eagle" dell'UE
Il progetto SUN EAGLE si prefigge di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, anticipando l’adozione di strumenti sviluppati negli ultimi anni per la contabilizzazione, la pianificazione di azioni di riduzione e compensazione, la comunicazione e la valorizzazione economica attraverso incentivi e meccanismi di mercato connessi con il tema della riduzione delle emissioni climalteranti, nonché di sperimentare strumenti di governance locale di accompagnamento per la definizione di azioni locali per l’attuazione del protocollo di Kyoto attraverso metodi partecipati volti a coniugare obiettivi globali di riduzione delle emissioni con obiettivi locali di sostenibilità, favorendo le specificità e le vocazioni territoriali nell’Appennino Meridionale.
A sinistra il Dott. Antonio Ansalone e a destra il Dott. Vincenzo Quagliano

Foltissima la partecipazione di persone, tutte attratte sia dalla splendida giornata di sole, ma anche dalla folta presenza di stands di aziende del settore agricolo-turistico e dell'accoglienza che hanno offerto il meglio della produzione tipica e del concetto di accoglienza che il territorio salernitano sa dare. Presenza istituzionale della Regione Campania e dei relativi Settori e Servizi, tutti protesi ad informare sulle eccellenze territoriali.

La numerosissima folla che visitava la due giorni presso il Parco del Mercatello
Nel grande mare magnum di folla e di Aziende, grande consenso ha avuto l'azione del gruppo Sun EAGLE, che oltre ad informare puntualmente i numerosi curiosi che si sono avvicinati allo stand, ha potuto raccogliere decine di adesioni e distribuito numerosi opuscoli e brochures legate all'azione di sensibilizzazione del Protocollo di Kyoto. A fare la differenza sono state soprattutto le molteplici curiosità circa il protocollo ma anche gli interventi di eco-sostenibilità che possono essere messi in campo da ogni cittadino europeo e mondiale, ma soprattutto si è avuta la simpatica adesione di un cucciolotto di asino, che col suo proprietario si è soffermato ed ha firmato a nome del suo proprietario, dimostrando l'enorme sensibilità che deve scaturire in ognuno di noi.

Il nostro grande fan e il suo proprietario
A fine della due giorni presso il Parco del Mercatello di Salerno, resta il dolce sapore di un lavoro fatto con passione e il riconoscimento di tante persone che si sono fermate sia ad ascoltare che a confrontarsi sui temi del nostro futuro.

Lo stand dell'Azienda Agrituristica "La Fattoria" e alcuni volontari

venerdì 18 maggio 2012

“La Green Economy”


L’economia verde è la sola grande novità del mercato in grado di registrare crescita e innovazione e rappresenta una grande opportunità di rilancio economico e sociale soprattutto nelle aree protette a Sud dell’Italia. Nella classifica delle regioni più “green” d’Italia il primo posto è occupato dal Trentino Alto Adige che stacca di molto la seconda regione la Toscana e la terza l’Umbria, mentre i fanalini di coda nella corsa alla green economy sono Campania (18) Sicilia (19), e Puglia (20).
La classifica è di Fondazione Impresa che ha pubblicato il suo “Indice di Green Economy 2012”, realizzato sulla base di 21 indicatori relativi ai settori energia, imprese, agricoltura, turismo, edilizia, trasporti e rifiuti.
La Campania risulta prima in classifica con 247,9 grammi di CO2 emessa per euro di valore aggiunto reale. La Puglia è, invece, all’ultimo posto della classifica a causa della presenza in regione di impianti energetici ad elevate emissioni climalteranti. Il dato è rilevante per la Regione Campania e dimostra come l’ipotesi di utilizzo dei crediti di carbonio possa contribuire a sostenere attraverso gli strumenti della defiscalizzazione il modello di impresa  “verde” come sfida regionale e sostegno alla disoccupazione giovanile.
Come sempre la regione Campania registra dati contrastanti che vedono altri settori strategici in ritardo. Nel settore agricolo Calabria, Basilicata e Sicilia sono prime nell’indice di imprenditorialità bio, rispettivamente con 335,1, 238,6 e 164,5 operatori nel biologico ogni 100 mila abitanti.
La Campania, pur avendo fatto grandi passi in avanti, registra un allentamento nelle politiche dell’agricoltura biologica e sostenibile collocandosi al penultimo posto con 1,3 aziende bio ogni 100 mila abitanti.
Nel settore turismo, le regioni che complessivamente mostrano le migliori performance sono quelle del Nord, ad eccezione della Liguria, occupano i primi posti della classifica sulla densità di piste ciclabili. Per quanto riguarda le coste non balneabili per inquinamento sono le regioni del Nord e del Centro a manifestare le migliori performance, con Toscana, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna che contano rispettivamente l’1,0%, l’1,3%, e l’1,6% di coste non balneabili sulle coste totali, contro una media nazionale del 5,9% e valori che in Campania superano il 17%.
Per la diffusione di alloggi agri turistici, tuttavia, le performance migliori sono espresse dalle regioni del Centro e del Sud, Umbria, Marche e Molise sono le regioni più virtuose.

Dott. Domenico Nicoletti

martedì 15 maggio 2012

VERONA CAPITALE DEL FOTOVOLTAICO

Da un lato numeri che confermano il ruolo di potenza internazionale dell'Italia nelle fonti rinnovabili.
Dall'altro la promessa degli incentivi del Governo per voce del ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che assicura vantaggi anche per l'occupazione. Il Solarexpo di Verona si conferma evento cruciale del settore, con prospettive di crescita misurata nel 2012 e e più marcata negli anni successivi.
«Il primo obiettivo – ha detto Clini – è rafforzare quelle componenti all'interno delle rinnovabili che possono essere più direttamente legate allo sviluppo di tecnologie nazionali. Il secondo è di ridurre il peso degli incentivi delle fonti rinnovabili sul costo dell'elettricità, secondo uno schema ancora suscettibile di miglioramenti, in quanto vanno ridotti i passaggi burocratici e semplificate le procedure. Dobbiamo anche rivedere alcuni dei valori degli incentivi, per fare in modo che la riduzione non impatti negativamente sullo sviluppo delle rinnovabili».
Il ministro ha assicurato vantaggi per l'occupazione «connessi in parte alla continuazione del sistema attuale, legato alla fornitura di servizi, e dall'altro allo sviluppo di iniziative industriali».
I numeri ufficiali presentati in occasione della settimana di "Verona capitale del fotovoltaico" confermano la leadership italiana. La potenza fotovoltaica annuale del paese ha rappresentato più del 33% di tutto il mercato mondiale del 2011 e quello italiano è diventato il primo mercato davanti alla Germania, che comunque conserva il primato per potenza cumulata con 24.700 MW installati; l'Italia è seconda con 12.700 MW, che a maggio hanno raggiunto quota 13.160.
Il mercato italiano delle rinnovabili è passato da 18,3 GW di potenza del 2000 a 41,3 GW del 2011 (il 75% dell'aumento negli ultimi 4 anni).
Lo scorso anno l'Italia ha installato 9.300 MW fotovoltaici e attualmente sono oltre 340mila gli impianti presenti nel Paese. Oggi circa il 95% dei comuni italiani ha nel proprio territorio almeno un impianto fotovoltaico, una quota che era del 31% nel 2007. A livello regionale la maggiore potenza installata è in Puglia (17,1% del totale), poi in Lombardia (10,3%), Emilia Romagna, Veneto, Piemonte. In termini di numero di impianti la leadership regionale spetta alla Lombardia (14,7%), seguita da Veneto (13,6%) ed Emilia Romagna. Sugli sviluppi futuri è intervenuto anche Luca Dal Fabbro, ad di Domotecnica (rete nazionale che raggruppa 1.251 aziende di installazione) e vicepresidente Aiget: «Fondamentale promuovere non solo il fotovoltaico, raggiungere gli obiettivi Ue».

Prof. Antonio Ansalone