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mercoledì 26 febbraio 2014

Bando Educazione dei Giovani 2013: presentato il progetto Welfare Community

A valere sul Bando Educazione dei Giovani 2013 emanato della Fondazione Con il Sud, è stato presentato dalla cooperativa sociale "Disegnamo un sorriso" il progetto Welfare Community - La Rete Sociale Scolastica.
Il progetto è stato presentato in partnership con altre strutture del territorio quali l'Associazione Avalon, il Consorzio Conform, la società QS & Partners, il Comune di Pontecagnano-Faiano e con la collaborazione di tre istituti scolastici: l'Istituto Comprensivo Statale Pontecagnano S.Antonio, l'Istituto comprensivo "A.Moscati" e la Scuola Secondaria Picentia.
"Welfare Community - la Rete Sociale Scolastica" si pone come uno strumento al servizio dei giovani studenti interessati dal fenomeno dell'abbandono scolastico ed in grado di rafforzare il legame tra l'istituzione scolastica, le istituzioni territoriali e gli studenti stessi. La scuola realizzerà, quindi, un opera rivolta agli alunni che più di altri necessitano di attenzioni, motivazioni ed incentivi diversi da quelli proposti nelle ore curriculari ordinarie.
Tale progetto ha una durata preventivata di 18 mesi, ed è in questi mesi che si attueranno diverse azioni promozionali per valorizzare le singole azioni di progetto e coinvolgere l'ambiente circostante con l'allestimento di laboratori creativi e didattici ed uno sportello per l'orientamento, che rappresenta un vero punto di incontro tra i genitori, i docenti e gli alunni  con il team di progetto al fine di accompagnare i ragazzi nella scelta degli studi superiori. Motivare gli alunni ad avere un ruolo operativo ed attivo durante tutto il corso dell'anno scolastico fa si che si responsabilizzino e si orientino nelle scelte per il loro futuro e non interrompano gli studi alimentando la percentuale di coloro che letteralmente scappano dalle nostre scuole.

martedì 25 febbraio 2014

Pontecagnano. Nasce il "Centro Sviluppo Comune", un punto di incontro ed orientamento.


Pontecagnano Faiano. Con il "Progetto Intraprendere" prende il via un'azione già sperimentata in passato sulle importanti tematiche dell'orientamento e della valorizzazione di idee creative.

A tal fine nasce la startup "Centro Sviluppo Comune", guidata da Vincenzo Quagliano. Youth garantee, crowdfunding, smart & start, accelerazione di nuove iniziative, microimpresa, formazione sono solo alcune delle tematiche che caratterizzano l'attività del centro, iniziativa fortemente voluta anche dal sindaco Ernesto Sica.

L'obiettivo strategico risiede nel guardare con attenzione ai giovani interessati a valorizzare le loro idee attraverso l'utilizzo di nuovi programmi, azioni e strumenti tesi a sostenere il loro inserimento nella vita sociale ed economica. E' prevista l'attivazione di un "Punto Informativo" presso l'Informagiovani a Villa Crudele aperto al pubblico tutti i lunedì a partire dalle ore 15:00.

Orientamento, verifica di fattibilità di nuove idee, progettazione di interventi di sviluppo, organizzazione workshop, diffusione di informazioni su tematiche occupazionali, sono alcune  azioni del programma "Centro Sviluppo Comune" attivato dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Pontecagnano Faiano guidato da Francesco Pastore. L'attività è stata programmata da Luca Coppola responsabile del V settore.

Export, formazione e finanziamenti per i piccoli e medi imprenditori

Ecco come far ripartire (o, forse, anche partire) le imprese sul mercato interno e nell'export. E' questo l'obiettivo delle Banche di Credito Cooperativo della Campania e del Gruppo Bancario Iccrea (Istituto Centrale del credito cooperativo) che dal 1963 rappresenta le centinaia di banche del settore presenti sul territorio nazionale. L'obiettivo e i programmi delle Bcc della Campania per il 2014 sono focalizzati sullo sviluppo sostenibile e responsabile del territorio in cui operano gli istituti del sistema di cooperazione. In particolare evidenza il supporto non solo finanziario, ma anche sulla formazione per i piccoli e medi imprenditori che vogliono affacciarsi sui mercati internazionali, superando l'empasse di una domanda interna sempre più lenta. L'idea per tentare la via della crescita nel 2014 è definita attraverso lo slogan "Insieme un'altra musica! Agiamo Uniti" e vedrà coinvolte, in successive tappe, anche le Federazioni del Credito Cooperativo delle altre regioni italiane. La federazione campana delle Banche di Credito Cooperativo, guidata da Silvio Petrone, ha incontrato i vertici Iccrea portando 45 rappresentanti delle Bcc tra Presidenti e Direttori delle Bcc, in rappresentanza delle 19 Banche di Credito Cooperativo associate alla Federazione campana che con i loro 150 sportelli e i 40.000 soci testimoniano la vitalità di un sistema bancario più di ogni altro vicino ad artigiani e commercianti. A dimostrarlo sono i numeri che al 31 dicembre 2013 parlano di una raccolta diretta aggregata per le Banche associate che si attestata a 3,7 miliardi di euro, mentre gli impieghi alla clientela hanno raggiunto i 2,7 miliardi.

sabato 8 febbraio 2014

AGEVOLAZIONI PER RETI DI PMI TURISTICHE

Possono presentare domanda di accesso ai finanziamenti i raggruppamenti di piccole e micro imprese con forma giuridica di “contratto di rete” ovvero raggruppamenti di piccole e micro imprese che potranno assumere la forma giuridica di A.T.I (Associazioni Temporanee di Imprese costituite o ancora da costituire), Consorzi e società consortili costituiti anche in forma cooperativa. Le aggregazioni non ancora costituite dovranno presentare idonea documentazione con la quale manifestano l’impegno a costituirsi formalmente entro il giorno 8 maggio 2014 a pena di esclusione. Alla data di presentazione della domanda detti soggetti devono possedere i seguenti requisiti di ammissibilità: 1.coerenza dell’oggetto sociale/finalità dell’aggregazione con gli obiettivi del bando; 2.partecipazione all’aggregazione di un numero minimo di 10 piccole e micro imprese; 3.almeno l’80% delle imprese partecipanti alla rete devono essere imprese turistiche ovvero avere il codice primario ATECO 2007 (gruppo lett. I , nonché agenzie di viaggio e società trasporto persone). Sono ammissibili proposte progettuali che prevedano spese complessivamente non inferiori a € 400.000. In particolare, i progetti dovranno prevedere una o più delle seguenti attività: •iniziative volte alla riduzione dei costi delle imprese facenti parte della rete attraverso la messa a sistema degli strumenti informativi di amministrazione, di gestione e di prenotazione dei servizi turistici, la creazione di piattaforme per acquisti collettivi di beni e servizi; •iniziative che migliorino la conoscenza del territorio a fini turistici con particolare riferimento a sistemi di promo-commercializzazione on line; •implementazione di iniziative di promo-commercializzazione che utilizzino le nuove tecnologie e, in particolare, i nuovi strumenti di social marketing; •sviluppo di iniziative e strumenti di promo-commercializzazione condivise fra le aziende della rete finalizzate alla creazione di pacchetti turistici innovativi; •promozione delle imprese sui mercati esteri attraverso la partecipazione a fiere e la creazione di materiali promozionali comuni. L’importo concedibile è fissato in € 200.000 per ciascun progetto di rete. Non saranno ritenuti ammissibili progetti di rete che prevedono una spesa totale ammissibile inferiore a € 400.000. La domanda deve essere presentata entro il 9 maggio 2014.

domenica 2 febbraio 2014

RICETTE PER LA CRESCITA - COLTIVARE LE START-UP PUO' CREARE SVILUPPO E LAVORO.

Raddoppiata la disoccupazione rispetto a sei anni fa, perso il 15% della capacità manifatturiera e chiuse 32mila imprese di piccole e medie dimensioni, secondo Confindustria si paventa per il futuro un dimezzamento del nostro tasso di crescita potenziale. È dunque evidente che il Paese è in debito d'ossigeno imprenditoriale. In sostituzione di quelle già uscite dai mercati, dovrebbero nascere imprese innovatrici e moltiplicatrici di occupazione. Fertilità e natalità di start up non sono chimere. Il terreno è ricco di humus imprenditoriale che potrebbe essere più e meglio irrigato dalla ricchezza del Paese, di molto superiore al Pil. Il fatto poi che essa sia più concentrata che nel passato – la disuguaglianza nella sua distribuzione è aumentata di 1,5 punti percentuali tra il 2007 e il 2011 – dovrebbe indurre i responsabili della politica economica a prendere misure per farla convogliare verso il finanziamento delle start up. Con i cambiamenti strutturali che hanno scosso la base produttiva distruggendone le parti più deboli, la nuova imprenditorialità è il veicolo del progresso economico. Guai se l'insorgente attività imprenditoriale early stage (Tea), quella coperta dalle persone in procinto di creare un'impresa e dalla altre che guidano start up con meno di tre anni e mezzo di vita, si riducesse a una microscopica cruna di un ago attraverso cui dovrebbe passare la futura crescita economica del paese. Allo stato attuale delle cose, l'indicatore Tea del Global Entrepreneurship Monitor (Gem) non segnala forte tensione imprenditoriale in Italia. Con il Giappone condividiamo il primato negativo del più basso tasso Tea: 3,4% da noi, 3,7% nel Sol Levante. Nell'Unione europea a 28 (Ue-28), ci troviamo sotto la media e parecchio distanziati dai Paesi "forti", sia dagli altri grandi (Germania, Francia e Regno Unito) sia dagli scandinavi (Svezia e Finlandia). In percentuale rispetto alla popolazione adulta (tra i 18 e i 64 anni), le opportunità imprenditoriali percepite in Italia sono più di 10 punti inferiori alla media Ue-28 (17,3 contro 28,7). Eppure, l'imprenditorialità è considerata una buona scelta di carriera più dai noi che tra i "forti" e nella media europea (65,6 contro 56,9). Cosa spinge in basso l'asticella del potenziale imprenditoriale dell'Italia rispetto al suo livello europeo? Vi contribuiscono la sindrome del fallimento, che ha la sua causa in un gene "sbagliato" della nostra intelligenza imprenditoriale (la paura di fallire è a quota 48,6 contro il 39,8 nella media Ue28), la minore partecipazione femminile (tre volte sotto la media), la carenza di educazione imprenditoriale anzitutto nella scuola elementare (1,7 rispetto a 2,1) e poi nelle scuole superiori (2,6 contro 2,8), il fatto che l'imprenditorialità non è in Italia una questione economica così rilevante come negli altri Paesi dell'Unione (30% sotto la media). A dispetto dell'impegno profuso per lo Startup Act, la popolazione adulta italiana giudica debole l'intervento pubblico a favore della nuova imprenditorialità. Secondo gli esperti intervistati in occasione della stesura del Gem 2013, imprenditori nascenti e baby imprenditori continuano a ricevere scarso sostegno dall'azione governativa. I successi inanellati dalla nostra manifattura dimostrano che l'imprenditorialità italiana è tutt'altro che priva di personalità. Nel tempo del cambiamento si deve rinverdirla con un maggiore e più raffinato impegno del governo e della comunità nazionale per alzare quantità e qualità dell'imprenditorialità nascente e in fasce. Perché sono ancora poche le start up che creano lavoro e poche quelle con promettenti aspettative occupazionali. Perché rispetto alla media Ue-28 è ancora nella fase di bassa marea la prospettiva che le nuove imprese siano madri feconde di occupazione.