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venerdì 30 dicembre 2011

LIFE +; Progetto SUN EAGLE (Endorsement Actions for Governance of Local Environment)

SUN EAGLE è un progetto pluriennale per la sperimentazione di strumenti di governance, sostegno e accompagnamento, per la definizione di azioni locali connesse all’attuazione del protocollo di Kyoto, attraverso metodi partecipati volti a coniugare obiettivi globali di riduzione delle emissioni con obiettivi locali di sostenibilità, favorendo le specificità e le vocazioni territoriali nell’Appennino meridionale italiano. Il progetto prevede la partecipazione delle Comunità montane, delle Unioni di comuni, quali beneficiari associati, nell’ottica della sperimentazione e dimostrazione della condivisione di modelli di gestione a livello europeo. Il progetto SUN EAGLE si prefigge di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, anticipando l’adozione di strumenti sviluppati negli ultimi anni per la contabilizzazione, la pianificazione di azioni di riduzione e compensazione, la comunicazione e la valorizzazione economica attraverso incentivi e meccanismi di mercato connessi con il tema della riduzione delle emissioni climalteranti, nonché di sperimentare strumenti di governance locale di accompagnamento per la definizione di azioni locali per l’attuazione del protocollo di Kyoto attraverso metodi partecipati volti a coniugare obiettivi globali di riduzione delle emissioni con obiettivi locali di sostenibilità, favorendo le specificità e le vocazioni territoriali nell’Appennino Meridionale. Coinvolge in Italia 17 comunità Montane di 4 regioni (Campania, Basilicata, Molise e Puglia), 2 Unioni di Comuni, la provincia di Salerno e 161 comuni interessando una popolazione complessiva di 1,5 milioni di abitanti su un'area di olre 13 mila kmq2.

giovedì 22 dicembre 2011

LA BCC DI SASSANO PER IL FUTURO PUNTA SULLE “RETI D’IMPRESA”

Le “Reti di Impresa” sarà l’ultima scommessa e opportunità per le piccole e medie aziende per sopravvivere a questo tragico momento economico e su questo, per il futuro puntano e trovano accordo anche le due BCC ( BCC di Sassano e la BCC di Monte Pruno) del territorio valdianese, da quando è emerso dall’incontro sulle “RETI DI IMPRESA” di Lunedì 19 dicembre 2011 ( ore 18.00)

presso la sede amministrativa di Via Santa Maria della misericordia di Sala Consilina, che ha visto come relatori del convegno i maggiori economisti ed esperti salernitani come il prof. Raffaele D’alessio (universita’ degli studi di salerno) Dr. Francesco Labruna (consulente finanziario), il Dr. Antonio Imbrogna (vice presidente Confindustria Basilicata) e naturalmente il promotore e coordinatore del seminario il Dr. Antonio Calandriello (presidente BCC di sassano) che ha dichiarato “Oggi, in un momento di difficoltà, decidere di sostenere attivamente, con incentivi e facilitazioni, l’aggregazione e la messa in rete può essere uno strumento in più per permettere alle piccole e medie imprese, che maggiormente stanno sopportando i costi della crisi, di ridefinire una strategia produttiva più competitiva sul mercato globale. Abbandonare la vecchia cultura dell’individualismo e dei singoli. La nuova mentalità  deve  dare più valore all’organizzazione, alla collaborazione, alla cooperazione e alla concentrazione (occc). In Italia la legge che disciplina le reti d’imprese è stata approvata nel 2009 ed è ancora poco utilizzata”.

Stando agli interventi dei tre esperti intervenuti, sono 214 i contratti di rete siglati in Italia con 1.065 imprese coinvolte appartenenti a 86 province e 19 regioni: dati che testimoniano come lo sviluppo del sistema produttivo possa passare attraverso le Reti d’impresa. Anche in Campania, dove le aziende che hanno aderito a un Contratto di rete sono 43, il 15% circa delle imprese meridionali che hanno sottoscritto tale strumento, per un totale di 20 Contratti insistono sull’ambito regionale. Le green technology hanno fornito un importante stimolo all’aggregazione di realtà aziendali nella regione: risparmio energetico, servizi strategici integrati nel settore ambientale, nuove tecnologie per fonti rinnovabili sono solo alcuni esempi degli obiettivi perseguiti tramite i Contratti di rete stipulati. A questi si affiancano progetti congiunti per potenziare altre attività strategiche per la competitività aziendale, come promozione e sviluppo di prodotti innovativi, internazionalizzazione, formazione professionale, ricerca di nuovi mercati. Oggi il principale gap per l’imprenditoria (come è emerso anche dagli interventi degli imprenditori a fine convegno) è rappresentato dall’assenza di prospettive per il futuro, nonché dalla difficoltà di accesso al credito. Dare vita ad una politica di integrazione e sinergia significa aprire nuovi fronti in questo senso, in un momento in cui le imprese si trovano nella condizione di dover resistere. Il Contratto di rete rappresenta un’opportunità in questo senso perché le imprese che stanno insieme combattono meglio la crisi, riescono meglio a superare i problemi di mercato e hanno possibilità di dare nuova linfa anche sotto il profilo occupazionale. Non solo. Con il Contratto di rete le imprese che appartengono alla rete hanno dalle banche un rating del 20-30 per cento superiore e questo consente un accesso al credito più agevole. Tanto è vero che, a livello nazionale, sono già stati stipulati importanti accordi con Barclays Bank e Unicredit. Le Camera di Commercio sono quasi tutte pronte a questa sfida, che porteranno  avanti con orgoglio e caparbietà, diffondendo questo strumento che rappresenta un ulteriore sostegno alle imprese. Naturalmente il benefici per le aziende che costituiscono “Reti d’impresa, oltre agli incentivi, possono ottenere benefici fiscali,con una sospensione di imposta sugli utili fino a 1 milione, riduzione dei costi. All’incontro è intervenuto anche il Direttore generale Dr. Michele Albanese della BCC di  “Monte Pruno” di Roscigno e Laurino, che ha dichiarato, che il suo Istituto di Credito è pronto a scendere in campo e a crederci e di essere sempre a fianco degli imprenditori, come hanno sempre fatto le tre BCC amiche del Vallo di Diano negli ultimi anni.


MICHELE D’ALESSIO

martedì 20 dicembre 2011

La nuova legge sull'etichettatura dei prodotti alimentari.

Con l’entrata in vigore delle nuovi disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari , legge 3 febbraio 2011,n.4 , è auspicabile che potrebbe finire , finalmente , l’era del falso ‘’Made in Italy’’ agroalimentare che tanto ha danneggiato i nostri prodotti tipici e tradizionali.
La nuova norma, approvata all’unanimità dal parlamento italiano, ha introdotto l’obbligo di riportare nell’etichettatura dei prodotti alimentari l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare,dal luogo di produzione iniziale fino a quello finale .
Il consumatore potrà conoscere da dove viene quello che sta mangiando ma anche l’origine delle materie prime di cui è composto il prodotto che trova sugli scaffali dei negozi e potrà subito avere chiaro se il prodotto che sta per comprare è biologico o meno.
Per i prodotti non trasformati deve essere menzionato il Paese di produzione ,mentre per i trasformati in etichetta è necessario indicare il luogo dove è avvenuta la modificazione sostanziale e il luogo di produzione della materia prima prevalente del prodotto.
La legge ha esteso quindi l’indicazione di provenienza anche a pasta ,carne di maiale e salumi,carne di coniglio e verdura trasformata,derivati del pomodoro diversi da passata ,formaggi,derivati dei cereali (pane ,pasta),carne di pecora e agnello ,latte a lunga conservazione ,tutti prodotti che prima di questa legge non vi è era alcun obbligo di riportare, da questo punto di vista , sull’etichetta.
L’indicazione di provenienza era presente solo su carne bovina,carne di pollo e derivati,frutta e verdura fresche,uova,passata di pomodoro,latte fresco,pesce,extravergine di oliva,miele.
La pubblicità dei prodotti non potrà essere ingannevole.
La nuova normativa prevede che i prodotti alimentari, le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle materie prime agricole non debbano indurre in errore il consumatore. L’omissione di queste informazioni costituisce pratica commerciale ingannevole ai sensi del Codice del Consumo. L’etichettatura limiterà,quindi, l’importazione di prodotti di qualità minore spacciati come prodotti italiani di più alta qualità da vendere ad un prezzo più elevato. La nuova legge è servita a fare chiarezza sui prodotti e sulla loro origine .
‘’Noi siamo quello mangiamo’’ amava dire mio Padre! A questo punto sorge spontanea una domanda: il sapere che in un determinato prodotto è stato utilizzato un ingrediente italiano,senza sapere come è stato coltivato,quali tipi di concimi e sostanze chimiche sono state usate per il terreno e per la pianta, non dà certamente sicurezza al consumatore .
A cura di "Pietro Cusati"