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martedì 26 novembre 2013

FINANZIAMENTI PER LE IMPRESE MERIDIONALI

Il M.I.S.E. con il decreto ministeriale del 29 luglio 2013, ha previsto agevolazioni per l’ampliamento delle micro, piccole e medie imprese ubicate nelle aree delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) per diversificazione e conversione dei processi produttivi. E' stato attivato un fondo per 150.000.000 di euro a valere sulle risorse del Piano di Azione e Coesione. Una quota di detta dotazione, per circa 90.000.000 di euro, è riservata ai programmi d’investimento proposti da micro, piccole e medie imprese. Una sottoriserva, pari a 22.500.000 milioni di euro è destinata esclusivamente alle micro e piccole imprese. Possono beneficiare delle agevolazioni le micro, piccole e medie imprese che: •siano costituite da almeno 2 anni; se si tratta di imprese di servizi, avere forma di società; •non si trovino in liquidazione volontaria né sottoposte a procedure concorsuali; •si trovino in regie di contabilità ordinaria; •non si trovino in condizioni tali da risultare “impresa in difficoltà”. Non possono beneficiare delle agevolazioni le imprese della siderurgia, della cantieristica navale, dell’industria carboniera, delle fibre sintetiche nonché della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Non possono essere concesse agevolazioni per il sostegno delle attività connesse all’esportazione verso Stati membri UE ovvero Paesi terzi. I programmi d’investimento possono prevedere: •la realizzazione di una nuova unità produttiva; •l’ampliamento di una unità produttiva; •la diversificazione della produzione in nuovi prodotti aggiuntivi; •il cambiamento fondamentale del processo di produzione di una unità produttiva esistente. L’investimento può essere realizzato soltanto presso una unità produttiva localizzata nei territori delle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. I programmi d’investimento devono essere finalizzati allo svolgimento delle seguenti attività economiche: 1.attività manifatturiere (solo a titolo di esempio: industrie alimentari escluse le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e dell’acquacoltura, industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento, industrie del legno e dei prodotti in legno, fabbricazione di carta ed altri prodotti in carta, stampa e servizi connessi alla stampa, fabbricazione di prodotti chimici, fabbricazione di apparecchi per uso domestico ed altre apparecchiature elettriche, …); 2.produzione e distribuzione di energia elettrica e di calore limitatamente agli impianti alimentati da fonti rinnovabili o che concorrono all’incremento dell’efficienza e risparmio energetico, con potenza non superiore a 50 MW elettrici; 3.erogazione di servizi (solo a titolo di esempio: magazzinaggio ed attività di supporto ai trasporti, telecomunicazioni, informatica ed attività connesse, ricerca scientifica e sviluppo, attività professionali, scientifiche e tecniche limitatamente a ricerche di mercato, consulenza gestionale. Spese ammissibili Le agevolazioni sono erogate per la realizzazione di investimenti innovativi, ossia l’acquisto di immobilizzazioni materiali ed immateriali tecnologicamente avanzate in grado di aumentare il livello di efficienza, flessibilità nello svolgimento dell’impresa nonché riduzione di costi, aumento del livello qualitativo dei prodotti e dei processi, della capacità produttiva nonché miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro. In particolare sono agevolabili gli investimenti relativi a: •sistemi composti da una o più unità di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche destinate a svolgere una o più specifiche funzioni legate al ciclo produttivo (lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura, trasporto, magazzinaggio); •sistemi di automazione industriale, mezzi robotizzati, sensori, trasduttori, sistemi di visione artificiale, micro controller per il controllo di una o più fasi del ciclo produttivo; •computer dedicati per il disegno industriale dei prodotti, progettazione tecnica, produzione di documentazione tecnica, controllo e collaudo di prodotti; •apparecchiature per la fornitura di servizi avanzati; •programmi informatici per l’utilizzazione di apparecchiature; •apparecchiature scientifiche; •sistemi e macchinari finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza. I programmi d’investimento devono prevedere spese ammissibili non inferiori a 200.000 euro e non superiori a 3.000.000 euro. Non sono agevolati i programmi d’investimento che prevedono la semplice sostituzione di impianti macchinari ed attrezzature. Sono agevolabili solo le spese relative all’acquisto di nuove immobilizzazioni materiali ed immateriali e le medesime devono essere mantenute nella regione in cui è ubicata l’unità produttiva oggetto degli investimenti almeno per 5 anni, ovvero 3 anni nel caso di imprese di piccole e medie dimensioni. Non sono ammesse le spese relative a commissioni interne, leasing e spese relative a macchinari, impianti ed attrezzature usati, spese di funzionamento, notarili, imposte, tasse e scorte né gli acquisti di singoli beni di valore inferiore a 500 euro I.v.A. inclusa. Le imprese beneficiarie otterranno una sovvenzione rimborsabile a copertura del 75% delle spese ammissibili complessive. Tuttavia devono garantire una copertura finanziaria degli investimenti per il 25% delle spese ammissibili complessive, attraverso risorse proprie ovvero mediante finanziamento esterno. La sovvenzione rimborsabile deve essere restituita, senza interessi, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali in un periodo massimo di 7 anni per una percentuale così articolata: •70% della sovvenzione per le imprese di piccola dimensione; •80% della sovvenzione per le imprese di media dimensione; •90% della sovvenzione per le imprese di grande dimensione. Modalità e termini di presentazione dei programmi d’investimento Le domande di accesso alle agevolazioni devono essere inoltrate, esclusivamente con procedura telematica, a partire dal 27 febbraio 2014. - See more at: http://www.campaniaeuropa.it/archives/4036?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+CampaniaEuropa+%28Novit%C3%A0+sui+Finanziamenti+Europei+in+Campania%21%29#sthash.o6tcYfNu.dpuf

domenica 24 novembre 2013

Disponibili 15.000.000,00 per il wireless nelle scuole.

Fondi per realizzare o ampliare infrastrutture di rete. Possono candidarsi al finanziamento tutte le scuole secondarie statali presentando domanda di partecipazione, con progetto allegato, esclusivamente on line dal 6 dicembre 2013 al 16 dicembre 2013. La procedura sarà on line da domani 25 novembre. http://www.indire.it/bandi/wireless/

sabato 23 novembre 2013

Il più bel lavoro del mondo, 20.000,00euro per realizzare il progetto.

C’è tempo fino al 31 gennaio per partecipare alla quarta edizione 2013 2014 del bando il più bel lavoro del mondo, il contest nazionale che premia con finanziamenti a fondo perduto idee per lo sviluppo e l’avvio di imprese sociali sul territorio italiano. Il concorso è indetto da Make a Change, organizzazione senza fini di lucro che ha lo scopo di promuovere il business sociale in Italia. Partner dell’iniziativa anche Reale Mutua Assicurazioni, compagnia assicurativa italiana particolarmente all’avanguardia in materia di welfare. “You Are Welfare – Il più bel lavoro del mondo” – questo il nome del concorso - è una competizione rivolta a team di persone che propongono una business idea finalizzata allo sviluppo e all’avvio di un’impresa a scopo sociale sul territorio italiano. Il bando mette in palio un finanziamento a fondo perduto da ben 20mila euro e l’accesso a servizi di incubazione e tutorship, della durata di 6 mesi, del valore di ulteriori 20mila euro, per la realizzazione di progetti d’imprenditoria sociale che si sviluppano in ambito welfare, ovvero tutti quei servizi rivolti ai bisogni delle persone legati al loro intero ciclo di vita nella società. Una giuria, composta da esperti provenienti dal mondo imprenditoriale, finanziario e di responsabilità sociale di impresa, selezionerà il progetto vincitore, con la possibilità di attribuire più premi ex aequo, suddividendo tra i team vincitori il contributo in denaro. Il concorso è rivolto a gruppi di persone, con esperienze e profili complementari e funzionali all’iniziativa, composto da un minimo di 3 componenti sia italiani che stranieri, senza limiti di età, operanti sul territorio italiano, e in cui sia presente almeno un laureato in discipline economiche e/o tecniche. Oltre alle start up possono partecipare anche giovani imprese sociali già in attività, purché costituite da meno di 18 mesi, e spin-off imprenditoriali a finalità sociale di imprese già esistenti. Gli interessati alla competizione dovranno registrarsi, entro il 31 gennaio 2014, compilando l’apposito form on line di iscrizione a questo indirizzo http://www.makeachange.it/il-piu-bel-lavoro-del-mondo/iscrizione/, seguendo le indicazioni dettagliatamente riportate nel bando.

mercoledì 20 novembre 2013

CONCORSO PER IDEE BUSINESS GIOVANI

Avviato il concorso ''Sodalitas Challenge: your ideas, your future'' (sodalitas.challenge.ideatre60partner.it) promosso da fondazione Sodalitas in collaborazione con 35 imprese e 7 partner tecnici tra incubatori d'impresa, venture capitalist, società di coworking e comunicazione digitale. Il concorso è rivolto a tutti gli under 35 italiani, laureati o diplomati, senza lavoro o con un lavoro precario che abbiano elaborato idee di business innovative, sostenibili e in grado di generare nuova occupazione. Le idee imprenditoriali più meritevoli, fino a un massimo di 7, verranno adottate dai partner tecnici per diventare start up. Ma in palio ci sono anche 200mila euro in attività di formazione per le idee che arriveranno in finale e la possibilità per tutti i partecipanti di entrare a far parte di un database che le imprese sostenitrici utilizzeranno per individuare nuovi talenti da inserire nei propri organici. ''Il problema della disoccupazione giovanile in Italia non può essere affrontato se non con azioni di sistema che valorizzino la creatività e diano la possibilità alle idee più innovative di emergere e rilanciare la nostra economia - dichiara Ugo Castellano di Fondazione Sodalitas - Sono oltre 40 le realtà che hanno deciso di promuovere questo progetto, che pone al centro la capacità dei giovani di guardare al futuro e di generare contributi originali alla soluzione di problematiche che altrimenti le aziende farebbero fatica a risolvere''. Le idee di business potranno essere presentate entro il 31 gennaio da singoli candidati o da team formati da non più di 4 persone e rientrare in uno degli ambiti in cui è articolato il concorso: innovazione tecnologica; Expo 2015; ambiente ed eco-sostenibilità; lavoro, salute e benessere delle persone; sviluppo del territorio e della comunità; produzione e consumo sostenibile.

Premio da 100mila euro con il bando "cheFare"

L'associazione culturale 'Doppiozero' promuove la seconda edizione del bando 'cheFare', un progetto che favorisce la creazione e lo sviluppo di reti tra imprese culturali con alto contenuto di innovazione per attivare la costruzione di nuovi modelli economicamente e socialmente sostenibili. In palio c'è un premio di 100mila euro. Il bando è aperto a imprese non profit, low profit e profit. Per partecipare c'è tempo fino al 9 dicembre 2013. I progetti dovranno fare riferimento ai campi della cultura umanistica generalmente intesa: letteratura, musica, teatro, danza, pittura, cinema, video, fotografia, arti plastiche, performing arts, editoria, filosofia, pedagogia, psicologia, sociologia, antropologia. Ogni lavoro dovrà promuovere la coesione sociale nei territori di riferimento con il coinvolgimento della comunità e favorire l'accesso ai saperi. Una squadra composta dallo staff di cheFare e dai partner selezionerà fino ad un massimo di 40 progetti. Questi saranno presenti on line per due mesi per essere votati dal pubblico. Seguirà la valutazione della giuria degli aspetti qualitativi (economici, culturali e sociali) degli otto progetti più votati e la premiazione del vincitore ad aprile. Per info: www.che-fare.com.

lunedì 18 novembre 2013

Fondo Microcredito FSE

Pubblicato sul BURC n. 63 del 2013 il nuovo Avviso per la selezione di progetti da ammettere al finanziamento del"FONDO MICROCREDITO FSE". Requisiti soggettivi generali In riferimento alle persone fisiche, i proponenti devono possedere i seguenti requisiti: 1. essere cittadini dei Paesi dell'Unione Europea o cittadini di altri paesi se in possesso di carta di soggiorno o regolare permesso di soggiorno; 2. aver compiuto 18 anni di età, alla data di presentazione della proposta; 3. non aver riportato condanne con sentenza definitiva per reati di associazione di tipo mafioso, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o altra utilità di provenienza illecita di cui agli articoli 416 bis, 648 bis e 648 ter del codice penale; 4. non trovarsi in alcuna delle cause di esclusione previste dall'art. 38 del DLgs 163/2006 e s.m.i.(divieto a contrarre con la Pubblica Amministrazione). In riferimento alle imprese, oltre al possesso dei requisiti di cui sopra in capo al titolare della ditta individuale e ai soci della costituenda/costituita società, le proposte potranno essere presentate da: · microimprese costituende o costituite (anche mediante spin-off da imprese); · imprese del terzo settore (associazioni e cooperative sociali), costituende o costituite. Ogni beneficiario potrà avere accesso ad un solo intervento finanziario. Le domande di accesso al Fondo MICROCREDITO FSE possono essere presentate a decorrere dalle ore 9.00 a.m. del 16 dicembre 2013 alle ore 12 a.m. del 16 gennaio 2014. Dalle ore 9.00 a.m. del 09 dicembre 2013, i soggetti interessati potranno iniziare a registrarsi, senza possibilità di precompilare la domanda. Entro i successivi 7 giorni lavorativi la domanda, con allegata tutta la documentazione richiesta dal presente articolo, datata e firmata, dovrà essere inviata a pena di esclusione al seguente indirizzo: Fondo MICROCREDITO FSE c/o Sviluppo Campania S.p.A. Area ASI Marcianise Sud 81025 - Marcianise (CE)

sabato 16 novembre 2013

Bando Educazione dei Giovani 2013.

La Fondazione CON IL SUD promuove la terza edizione del “Bando Educazione dei Giovani” per sostenere interventi concreti per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastici nelle regioni meridionali. Il Bando mette a disposizione complessivamente 4,5 milioni di euro ed è rivolto alle organizzazioni del volontariato e del terzo settore delle aree meridionali in cui si registrano sia un elevato tasso di studenti a rischio abbandono scolastico sia un’elevata percentuale di early school leavers (ESL) : Crotone in CALABRIA; Caserta, Napoli e Salerno in CAMPANIA; Brindisi, Foggia, Taranto in PUGLIA; Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari in SARDEGNA; Catania, Caltanissetta, Enna, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani in SICILIA. L’iniziativa prevede due specifiche linee di intervento: una contro l’abbandono scolastico e l’altra contro la dispersione scolastica. Il Bando prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online. La scadenza è diversificata in base alla regione di intervento: Sicilia ore 17.00 del 23 gennaio 2014; Campania e Sardegna ore 17.00 del 30 gennaio 2014; Calabria e Puglia ore 17.00 del 6 febbraio 2014.

martedì 12 novembre 2013

Allarme Italia dalla London School of Economics.

Nel giro di 10 anni del nostro Paese non rimarrà più nulla. O quasi. E' la conclusione catastrofica cui giunge nella sua analisi il professore Roberto Orsi della London School of Economics and Political Science (LSE). Che cosa ci sta portando alla dissoluzione e all'irrilevanza economica? Una classe politica miope che non sa fare altro che aumentare le tasse in nome della stabilità. Monti ha fatto così. E Letta sta seguendo l'esempio. Il tutto unito a una "terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa". L'ANALISI DI ORSI “Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà. Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione. Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa. L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese. Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani. La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia. L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica, che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia. In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare. I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”

giovedì 7 novembre 2013

Start-up: avvio per il 67% degli Italiani.

Aumenta la voglia degli Italiani di aprire una Start-up: i più predisposti sono gli uomini (71%) ma molto motivate lo sono anche le donne (64%), soprattutto se di età compresa tra 25 e 34 anni e residenti a Bari (78,6%), Napoli (75,4%) e Reggio Calabria (74,4%), meno propensi invece i genovesi (57,4%). Il 67% si dichiara pronto ad affrontare la sfida, magari affiancando l’attività imprenditoriale a quella principale, scelta preferita dal 18,9% degli intervistati coinvolti in una recente ricerca condotta da Opinion Matters. Con l’apertura di una start-up come attività secondaria ci si attendono guadagni para 29.703 l’anno in più rispetto all’attività principale. Le motivazioni spaziano dunque dal voler incrementare il reddito (2 intervistati su 3) al voler migliorare la qualità del rapporto vita privata/lavoro (12,7%), fino al voler diventare il capo di sé stessi (17,3%) e al far diventare un lavoro la passione per un hobby (20,4%). A spingere verso l’auto-imprenditorialità ci sono anche le potenzialità di Internet, che semplificano l’avvio di un’attività online, con buone opportunità di successo e flessibilità nel lavoro di tutti i giorni. Per Robert Hoffmann, CEO Hosting 1&1 Internet, che ha promosso la ricerca, «un potente sito e i giusti strumenti per attrarre clienti possono spesso rappresentare la chiave di volta per trasformare un’idea di business in un reale successo. Esistono pacchetti moderni di soluzioni per i siti internet in grado di fornire tutti gli strumenti di eBusiness necessari ad attrarre, interagire e intrattenere relazioni con gli utenti online – già ottimizzati per posizionare il proprio sito in cima nei motori di ricerca e per connettersi alle community su Internet, come Facebook, Twitter ed eBay. Con strumenti così potenti a disposizione sul web, creare un sito Internet senza avere alcuna abilità a livello software o di programmazione, è più facile di quanto si pensi – il risultato è che un’attività parallela o un hobby possono non solo diventare economicamente praticabili e profittevoli, ma anche garantire un buon equilibrio tra lavoro e vita privata».

mercoledì 6 novembre 2013

Alitalia apra l'Italia al futuro

Nei prossimi giorni la vicenda Alitalia dovrebbe vivere il suo momentum finale. Dalle notizie pubbliche si apprende che sono in corso trattative con la compagnia russa Aeroflot, mentre Air France gioca una partita tutt’altro che amichevole per comprare la compagnia italiana a valori da bancarotta. In tutto questo, una cosa a me risulta evidente sempre di più (e lo risultava già nel 2008). Nonostante anni di errori strategici e di gestione manageriale, oggi Alitalia rappresenta ancora, suo malgrado, il maggiore sexy asset per il posizionamento italiano nello scacchiere economico e geopolitico internazionale. Ebbene non bisogna essere esperti di settore per capire che le sinergie operative maggiori Alitalia oggi le avrebbe con una realtà come Aeroflot, o in alternativa con Air China o Emirates. La sinergia in questo caso è prima di tutto da un punto di vista di copertura delle rotte mondiali aeree. In un matrimonio russo (o cinese o arabo) Alitalia infatti si troverebbe a gestire l’area europea, e a sviluppare quella africana e americana, mentre il partner si dedicherebbe all’Asia e all’Oceania. In quel modo si arriverebbe a costruire un operatore mondiale del trasporto aereo, naturale e principale ambasciatore di sviluppo economico e di relazioni internazionali. Un soggetto attorno a cui costruire programmi di attrattività Paese come Destinazione Italia, e nel contempo esportare il Made in Italy nel mondo intero. Un attrattore naturale di investimenti verso un Paese che tornerebbe al centro della geografia delle relazioni economiche mondiali dei prossimi anni. Esportando contemporaneamente talento italiano - persone, prodotti e servizi – nel mondo. In un matrimonio con Air France invece si riuscirebbe al più a rafforzare la operatività sul continente europeo e mediterraneo, tralasciando naturalmente ed erroneamente l’importanza cruciale del continente asiatico e di quello americano (in particolare Sud America e Canada) per i prossimi decenni. Il momento è adesso, per rilanciare il Paese nello scenario competitivo globale. E proprio di questo parleremo nel nostro convegno di Innovatori Europei del 30 novembre prossimo dal titolo “Progetti per un’altra Italia“. Vi aspettiamo. Di Massimo Preziuso