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giovedì 4 settembre 2014

"Quando il Mostro è il proprio padre" - intervista alla scrittrice Alessandra Hropich

"Quando il Mostro è il proprio padre".
Oggi abbiamo il piacere di pubblicare sul nostro blog un'intervista fatta alla giovane scrittrice Alessandra Hropich inerente il suo libro "Quando il Mostro è il proprio padre" della Bibliotheka Edizioni.

Quando il mostro è il proprio padre, il libro di Alessandra Hropich tratta di un argomento delicato: gli abusi sessuali.
IL libro "QUANDO IL MOSTRO E’ IL PROPRIO PADRE" è pieno di abusi ma le vittime provano vergogna nel raccontare le loro vicende, per questo restano in silenzio e sopportano fino allo sfinimento. Quanti sono oggetto di violenza fisica o psicologica, spesso diventano complici nei confronti dell’ aggressore perché parente, questo è accaduto in una famiglia apparentemente normale ma che, di normale, non aveva nulla. Mi ha sconvolto il forte senso della famiglia, il desiderio d’ amore di una donna romantica, passionale che scopre di vivere con un Mostro.

Trattando queste esperienze, quanto ti sei sentita coinvolta nei panni della vittima?
Il fatto che mi ha sconvolto è il modus operandi del Mostro che ha agito in modo vile e scaltro facendosi passare per un santo non destando sospetti nel vicinato e tra i conoscenti. Tutti lo hanno considerato un uomo innocuo , dal carattere mite, sempre pronto a dare una mano a tutti, anche se, la sua, era una maschera che ha felicemente indossato per tanti anni.

Il mostro, come hai narrato nelle tue parole, si cela spesso nel più mite padre di famiglia. Fa un effetto  particolare osservarlo dall'esterno?
Questo libro fa provare la sensazione di spiare una famiglia dal buco della serratura, per me è stato intrigante il sapere quello che accade tra quattro mura di una comune famiglia e il sapere quanto un uomo senza scrupoli potesse commettere crimini senza mai farsi accorgere dal prossimo al di fuori di casa.
Neppure il delinquente più incallito tollererebbe tanta violenza e assurdità, ognuno di noi ha una coscienza e di sicuro, molti proverebbero sconcerto.
Le mille sofferenze subìte giorno dopo giorno dalla moglie e dalle figlie sono cose che non si dimenticano, “il mondo è sciocco e superficiale”, disse tempo fa una nota opinionista su un giornale, è vero purtroppo perché la moglie del mostro ha provato ad aprirsi cercando aiuto al di fuori ma quei pochi che hanno raccolto le sue confessioni hanno difeso quell’ uomo che a tutti è apparso come un santo.

E la società come si muove verso le vicende delle vittime?

La società dovrebbe essere di aiuto per le vittime della vicenda, è stata un severo giudice pronto a bollare loro come dei Mostri. La cosa assurda è la consapevole doppia vittoria del Mostro, consapevole di passare inosservato mentre la famiglia ha vissuto un doppio dramma imposto dall’esigenza di restare in silenzio senza poter spiegare nulla a nessuno.


Intervista a cura di Nicola Bonadies





3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravi ad Alessandra e Nicola

Anonimo ha detto...

Complimenti!

Unknown ha detto...

cONDIVIDO QUANTO ESPRESSO DALL'AUTRICE NELL'INTERVISTA.
IN QUESTE SITUAZIONI ROMPERE IL SILENZIO E L'OMERTA' SOCIALE (ANCHE SE IL MOSTRO E' STATO BRAVO NELLA SUA STRATEGIA L'IPOCROSIA PORTA LE PERSONE A NEGARE PERFINO COSE EVIDENTI CON LA COSTRUZIONE DI REALTA' OPPOSTE AI FATTI), IL SENSO DI VERGOGNA E LA PAURA DI AMMETTERE IL FALLIMENTO DELLA PROPRIA RELAZIONE COSTRINGONO LA PARTE VITTIMIZZATA DELLA COPPIA AD ACCETTARE COSTRIZIONI E VIOLENZE INIMMAGINABILI, FINO AL PUNTO DI TOLLERARE ANCHE LA SOFFERENZA INFLITTA AI PROPRI FIGLI.
SOLO LA PRESENZA DI UN CONTESTO SOCIALE IN GRADO DI ACCOGLIERE E SOSTENERE L'AVVIO DI PERCORSI DI FUORIUSCITA DALLE TENEBRE DELLA VIOLENZA PUO' AIUTARE LE VITTIME A LIBERARSI DALLA MORSA DEL CARNEFICE DI TURNO, UOMO O DONNA CHE SIA.
QUESTO LIBRO CHE RACCONTA LA REALTA'DI UNA STORIA VERA SENZA TENTATIVI ROMAZESCHI PUO' ESSERE D'AIUTO TANTO ALLA GENTE "COMUNE" QUANTO AGLI ADDETTI AI LAVORI.
COMPLIMENTI.