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giovedì 8 agosto 2013

Decreto a favore dei "Giovani del Sud". Obiettivi, punti di forza e debolezza.

Da "L'angolo di Gianni"


Gianni Sorgente
A fine giugno di quest'anno è stato varato il "decreto" sul lavoro voluto fortemente dal primo ministro Enrico Letta. Dal decreto vengono previsti una serie di interventi sostanziali per il sud, questo per creare nuovi posti e nuove opportunità di lavoro. Innanzitutto si parte proprio dal miliardo di fondi strutturali europei 2007-2013 che in pratica sono utili a contrastare sia la disoccupazione e a rafforzare la coesione sociale.
Novità del decreto è sicuramente, l'introduzione del piano giovani previsto per il Sud, giustificato dal fatto che proprio nel meridione d'Italia ci sono 1 milione e 230 mila giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, ne lavorano, una somma complessiva che supera di molto i pari età del centro nord.
Numeri da brivido se si considera pure che i giovani diplomati del sud hanno tassi di occupazione di 15 punti inferiori rispetto al resto del Belpaese, preoccupante anche la durata media per la ricerca della prima occupazione, addirittura tre anni dal conseguimento del titolo.

Ma vediamo da vicino gli interventi "concreti" previsti da Letta e soci:
INTERVENTI AL SUD
L’intervento “Il Mezzogiorno al lavoro per l’Italia. Prima parte” è organizzato su quattro assi:
1. incentivazione della creazione di lavoro a tempo indeterminato (500 milioni di euro);
2. incentivazione dell’autoimprenditorialità e dell’impresa sociale (250 milioni);
3. avvicinamento dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) al lavoro attraverso tirocini (150 milioni);
4. contrasto alla povertà estrema (circa 170 milioni).

INCENTIVI PER ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO
Come ha spiegato il Ministro del Lavoro Giovannini la misura prioritaria del Governo consiste nel favorire la creazione di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato per giovani fino ai 29 anni di età, attraverso una diminuzione del relativo costo per le imprese. La riduzione è pari al 33% della retribuzione lorda complessiva per un periodo di 18 mesi e non può superare i 650 euro per lavoratore. In caso di trasformazione di un contratto da determinato a indeterminato il periodo di incentivazione è di 12 mesi.

Le imprese potranno accedere agli incentivi però solo se i lavoratori assunti hanno una età compresa tra i 18 e i 29 anni e godano di almeno una di queste condizioni:
a) siano senza lavoro regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
b) non abbiano un diploma di scuola media superiore o professionale;
c) siano lavoratori che vivono da soli con una o più persone a carico.
Questi incentivi saranno disponibili per diverso tempo, almeno fino a giugno 2015, grazie alla certezza del loro rifinanziamento in caso di esaurimento dei fondi.

AUTOIMPRENDITORIALITA
Il secondo asse del Decreto Lavoro Letta interviene potenziando due strumenti di politica economica già attivi. Da un lato con un nuovo finanziamento della legge 185 sull’autoimpiego e l’autoimprenditorialità (170 milioni); dall’altro con un rifinanziamento della misura “giovani del non profit” (già prevista nel Piani d’Azione Coesione) per sostenere progetti del privato sociale.

 
TIROCINI PER I GIOVANI DEL SUD
Per aiutare i giovani Neet e favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro il Decreto Lavoro 2013 introduce fondi (circa 150milioni di euro) per attivare stage e tirocini formativi nelle aziende. In particolare sarà erogato un contributo di 3.000 euro per uno stage di 6 mesi direttamente al tirocinante. Inoltre sarà introdotto un meccanismo gestionale che faciliti l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, una banca dati nazionale.

CONTRASTO ALLA POVERTA’
L’ultimo asse interviene sulla povertà estrema: il 12% dei meridionali è in permanente condizione di grave deprivazione. Il Governo ha deciso di estendere a tutti i comuni del Mezzogiorno la sperimentazione della nuova carta acquisti per le famiglie in stato di indigenza estrema – chiamata carta per l’inclusione sociale – già prevista nelle 12 più grandi città dell’intero paese (info qui).

EFFETTI STIMATI
L’impatto dell’intervento “Il Mezzogiorno al lavoro” sarà notevole secondo le stime del ministro per la Coesione territoriale. Coinvolgerà oltre 300.000 persone: in particolare oltre 150.000 cittadini in condizione di povertà estrema. Determinerà la creazione di circa 80.000 nuovi posti di lavoro al Sud nel 2013 – 2014. Il suo impatto sull’economia del Mezzogiorno produrrà una crescita del PIL stimabile in circa il +0,2% per il 2014,rispetto al livello atteso, e il +0,4% per il 2015 e oltre. Gli interventi al Sud porteranno benefici a tutta l’economia nazionale: in particolare l’impatto aggiuntivo sulla produzione nel CentroNord sarà fra i 100 e i 200 milioni di euro l’anno, grazie alla fornitura addizionale di beni e servizi al Mezzogiorno.


ITER E FUTURO
Nelle prossime settimane il Ministro per la Coesione Territoriale Carlo Trigilia definirà gli specifici contenuti dell’intervento: “Il Mezzogiorno al lavoro per l’Italia. Seconda parte”, che si muoverà con la stessa logica del primo. Le misure previste sono destinate a durare nel medio periodo: potranno essere rifinanziate sia con fondi 2007-13, sia attraverso l’appostamento di nuove risorse sui programmi per il 2014 – 2020.


Punti sicuramente contrastanti con una riforma più netta e completa che era sicuramente nelle aspettative di molti è il fatto che nella fascia di età, gli over 29 anni, non sono contemplati. Questo ha già suscitato un vespaio di critiche, tuttavia nell'ambito della riforma, l'attenzione andrebbe puntata sull'autoimprenditorialità el'autoimpiego che prevede il sostegno di progetti privati nell'ambito sociale.

redatto da Giovanni Sorgente 

Giornalista Pubblicista iscritto regolarmente all'Ordine dei Giornalisti Regione Campania con numero tessera 151235
giannisorgente1979@gmail.com
giannisorgente@tiscali.it
cell. 3477652127

2 commenti:

Tony ha detto...

Bentornato Gianni.

Giovanni ha detto...

Ciao Tony, non me ne sono mai andato, ho solo ricaricato le pile. :) grazie.