OSSERVATORIO - LE STARTUP DEL TURISMO A QUOTA 1,5 MILIARDI
(Ma in Italia gli investimenti crescono ancora poco)

La fotografia scattata da CB Insight è come sempre molto indicativa per capire
lo stato di salute delle industry in cui si muovono le nuove imprese
innovative.
E quella dei viaggi e del turismo, che riunisce le realtà che offrono servizi e
piattaforme di prenotazione e guide per escursioni e vacanze di ogni genere,
gode sempre di ottima salute sebbene il confronto con i primi sei mesi del 2015
(che rappresenta il picco massimo del funding su scala mondiale) mostri una
flessione molto evidente.
Pochi infatti i veri e propri botti registrati nel periodo - fra cui il Series
C della cinese Huoli per 144 milioni di dollari e il Series D da 100 milioni
dell'indiana Oyo Rooms - e praticamente assenti le operazioni superiori ai 40
milioni.
Una tendenza che invece si è consolidata in modo strutturale riguarda la
distribuzione geografica dei deal: se nel 2011 circa la metà furono
perfezionati in terra americana, la quota stimata per il 2016 per le startup
tecnologiche del turismo a stelle e strisce si ferma come visto al 33%.
Difficile comunque ipotizzare, nell'immediato futuro, casi come quello di
AirBnb, che ha raccolto nel complesso qualcosa come 3,4 miliardi di dollari di
finanziamento, ma i presupposti per l'ulteriore sviluppo di questo segmento ci
sono tutti.
Qualche esempio? Fra le operazioni più recenti si possono ricordare quella che
ha visto il colosso del noleggio auto Europcar scommettere (con un investimento
Round A) in Wanderio, startup italiana nata nel 2013 in seno all'allora
acceleratore romano Working Capital di Telecom Italia per sviluppare una
piattaforma per organizzare viaggi "door-to-door" confrontando vari
mezzi di trasporto.
Degna di nota, rimanendo fra le startup del turismo di casa nostra, anche la
piattaforma social Sailsquare per la condivisione di vacanze in barca a vela,
che ha chiuso un aumento di capitale da 1,3 milioni di euro con le firme di
rigar Capital e di alcuni investitori privati.
E ancora il round da 25omila euro, che si aggiunge alla campagna di equity
crowdfunding da 300mila euro completata su Seedrs, della romagnola Bidtotrip,
specialista delle aste online per gli alberghi di lusso.
C'è quindi fermento intorno alle nuove imprese italiane del travel e lo
conferma al Sole24Ore anche Pietro Ferraris, presidente dell'associazione Startup
Turismo.
"I dati raccolti dalle imprese nostre associate (una novantina di aziende,
ndr) ci dicono che gli investimenti in questo settore stanno crescendo, seppur
di poco. E non tanto in termini di numero di investimenti, quanto nell'entità
media del singolo investimento".
Ferraris non manca però di far notare anche come l'entità dei round in
questione sia «ancora lontana dagli standard internazionali.
Le nostre startup faticano ad essere competitive sui mercati internazionali
data la scarsità di capitali disponibili e una diretta conseguenza di questo
stallo è il passaggio di molte imprese da un modello B2C ad uno B2B, che
richiede per sua natura meno capitali per poter raggiungere un numero di
clienti in grado di portare l'azienda a break even".
(Il Sole 24 Ore del 05/08/2016)