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mercoledì 17 aprile 2019

Lavoro: “opportunità per chi vuole investire nel territorio”. Intervista a Vincenzo Quagliano dell’Ufficio Europa di Teggiano


Il lavoro, i giovani, le imprese e la cooperazione territoriale.
Questi alcuni dei temi affrontati da Vincenzo Quagliano, amministratore della QS & Partners e attuatore delle attività dell’Ufficio Europa di Teggiano, nell’intervista da noi proposta. Abbiamo cercato di capirne di più soprattutto su iniziative, opportunità, idee e progetti relativi a Salerno e provincia


- Qual è la prospettiva di breve periodo a livello lavorativo e professionale per Salerno e provincia?

Dai dati Excelsior Informa di marzo 2019 risulta che in provincia di Salerno a marzo 2019 sono state programmate circa 5.540 entrate lavorative (26.800 nell’intera Regione Campania e 380.000 in Italia). Nel 37% dei casi le entrate previste sono stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mente il 63% saranno a termine (a tempo determinato o altri contatti con durata predefinita). Le entrate nel mondo del lavoro si caratterizzano per il 72% nel settore dei servizi e per l’82% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Solo 11% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota di gran lunga inferiore alla media nazionale che è del 18%. Il 27% dell entrate interessa giovani con meno di 30 anni e solo il 7% di quelle previste interessa personale laureato. Ai primi 5 posti di entrate lavorative previste per il trimestre marzo - maggio 2019 rientrano al 1° servizi di alloggioristorazione e servizi turistici, al 2° commercio, al 3° servizi di trasporti, logistica e magazzinaggio, al 4° costruzioni e al 5° servizi alle persone. Pertanto, le iniziative a sostegno dello sviluppo economico e occupazionale dovranno tendenzialmente, nel breve periodo, sostenere tali filiere produttive

- Quali le principali carenze/difficoltà del territorio?
Pur in presenza di opportunità e strumenti a sostegno del lavoro e dell’occupazione, si registra la carenza di infrastrutture materiali quali Incubatori, Acceleratori, Aree Attrezzate, Centri Servizi, Spazi per il Coworking che denotano l’assenza di una politica comune di sviluppo per il Vallo di Diano. Tali infrastrutture trovano prevalentemente collocazione in aree industriali, artigianali e poli produttivi. La frammentazione della politica di sviluppo del Vallo è evidente proprio dalla mancata pianificazione istituzionale di tali strutture dedicate ad attività produttive che hanno lasciato spazio a micro agglomerati industriali e artigianali nell’ambito dei quali non risultano economicamente sostenibili quelle infrastrutture che sono strategiche per la nascita di nuove imprese e per l’innalzamento della competitività dei settori caratterizzanti l’economia locale. E’ proibitivo, con questo stato infrastrutturale, anche la definizione di concrete politiche di attrazione degli investimenti, fattore che caratterizza la domanda interna unitamente ai consumi. Da qui la carente crescita produttiva e conseguenzialmente la mancanza di lavoro. Ne consegue lo spopolamento tipico delle aree interne meridionali che assume, in certi comuni, rilevanza biblica tanto da spingere osservatori qualificati a parlare di un autentico tsunami demografico
- Cosa lamentano maggiormente i giovani? E quali le cose di cui ci sarebbe maggiormente bisogno?
Lamentano soprattutto le difficoltà di inserimento nella vita economica, sociale e politica del loro comprensorio. In alcuni Comuni poi è particolarmente accentuata l’assenza di informazione di base che viene delegata alle attività dei Forum e delle Associazioni le quali, pur facendo un ottimo lavoro, continuano a mettere in campo azioni e politiche a valenza comunale con una visione territoriale localistica e di breve periodo. I giovani lamentano anche le gravi carenze di infrastrutture materiali e immateriali che pregiudicano lo sviluppo economico, allontanandoli dai loro territori. Infatti, ampie aree del territorio restano escluse dalla rete della telefonia mobile e del circuito internet

- Tra gli stessi giovani con cui quotidianamente si confronta, prevalgono inventiva, competenza e voglia o sfiducia e rassegnazione?
E’ straordinaria l’inventiva e la creatività dei giovani, in particolare, del Vallo di Diano. Sono estremamente competitivi nel confronto con i coetanei di altri comprensori regionali. La loro partecipazione a concorsi di idee e ad altre competizioni in ambito regionale e nazionale li vede sempre nelle zone alte delle classifiche di merito. Si registrano anche eccellenze in materia di competenze nelle filiere culturali, tecnologiche, gastronomiche, agricole e dell’artigianato che però, ancora troppo spesso, lasciano spazio alla sfiducia per la carenza di quell’appeal territoriale fatto di capacità di accogliere e sostenere la crescita di idee e progetti innovativi e creativi dei quali i giovani sono capaci. In sostanza manca la capacità di “Ascolto Istituzionale” o almeno non è ancora sufficiente per abbassare l’età media per il loro inserimento nella vita politica, economica e sociale attraverso l’implementazione di politiche efficaci per giovani tra i 18 e i 25 anni. In tale direzione è fondamentale il coinvolgimento degli Istituti scolastici, anche della scuola dell’obbligo, dove diffondere la cultura del lavoro, dell’autoimpiego, dell’associazionismo in una visione che esca dal localismo e che guardi alle aree più competitive del nosto Paese, dell’Europa e di altri Paesi emergenti



- Idee ed iniziative principalmente verso quali settori si indirizzano?
Dal versante dei giovani il Vallo di Diano risulta essere in linea con le tendenze di sviluppo settoriale della provincia di Salerno. Ristorazione, trasformazione di prodotti agricoli, piccola ricettività, artigianato e servizi alle persone sono i settori nell’ambito dei quali i giovani tendono a investire il loro tempo per creare lavoro e pianificare il futuro attraverso una puntuale azione di fundraising e la definizione del loro business plan. E’ molto accentuata, inoltre, l’attenzione per le Istituzioni che programmano lo sviluppo del Diano spinti dal desiderio di essere protagonisti e guardiani del loro territorio

- Progetti nel territorio del Vallo di Diano?
Il Vallo in questo periodo fa registrare diversi programmi e progetti a sostegno della competitività dello sviluppo territoriale. Una concentrazione di risorse finanziarie che, se investite sul territorio con criteri trasparenti, meritocratici e qualificati, possono sostenere la crescita economica e sociale, rilanciando l’occupazione giovanile e femminile. Tra “La Strategia delle Aree Interne del Vallo di Diano”, “Il GAL Vallo di Diano la Città del IV Paesaggio” e i diversi programmi per il terzo settore gestiti dal “Consorzio Sociale Vallo di Diano Tanagro Alburni Ambito S10”, all’area interna del Vallo di Diano sono destinati oltre 25 milioni di euro da investire nei prossimi 36 mesi circa. E’ indubbio che una qualificata e coordinata gestione degli investimenti può dare risposte concrete al territorio, anche in termini di realizzazione di infrastrutture materiali ed immateriali e rilanciare politiche di cooperazione, di internazionalizzazione, sostenendo anche la crescita dell’appeal territoriale per attrarre investimenti. Oltre ai programmi destinati al comprensorio del Vallo di Diano, vi sono i fondi europei gestiti attraverso i bandi della Regione Campania e dai diversi Ministeri oltre ai fondi diretti dell’Unione Europea ancora tutti da scoprire per le Istituzioni pubbliche e private del Diano

- In cosa devono migliorare i giovani e in cosa le aziende e gli enti?
I giovani devono essere informati e partecipare alla vita politica ed economica del Vallo di Diano apportando una visione strategica innovativa di medio e lungo periodo che collochi il loro territorio in reti nazionali e transnazionali dedicate all’innovazione e all’automazione evitando così un pericoloso isolamento economico e sociale. Devono essere al centro di un processo di rilancio produttivo ed istituzionale ambizioso che acceleri i processi di crescita culturale delle giovani generazioni e del loro habitat territoriale e formativo. Le aziende e gli enti dovranno accompagnare il cambio generazionale, responsabilizzando e favorendo l’inserimento di risorse umane sempre più giovani nella vita economica, sociale e politica per evitare disastri demografici e ambientali

- Al momento quali sono le principali attività dell’Ufficio Europa Teggiano?
L’Ufficio Europa è una realtà unica e professionalmente stimolante nel panorama Istituzionale del Vallo di Diano, della Campania e dello scenario meridionale. L’accreditamento da parte di Invitalia S.p.A. per il programma Resto al Sud è stato un riconoscimento importante, in quanto il primo conseguito da un Comune, per giunta piccolo e di una area interna. L’Ufficio Europa è oggi una realtà strutturata chiamata a verificare, mediamente, la fattibilità tecnica, economica, di mercato e logistica di circa 20 nuove iniziative al mese promosse da under 45. Una grande responsabilità ed una sfida straordinaria, considerata anche la provenienza delle idee di nuove attività che territorialmente spaziano da Sapri a Vallo della Lucania, da Santa Marina a Baronissi, Auletta, Agropoli, Salerno città, dai comuni vicini della provincia di Potenza, oltre che da tutti i paesi del Vallo. Il feeling con le scuole dell’intera provincia, alimentato con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’autoimprenditorialità e del lavoro autonomo è il fiore all’occhiello del team di progetto che ha portato l’Ufficio Europa negli Istituti valdianesi, del Tanagro, dell’agro sarnese nocerino e della Città di Salerno per diffondere la cultura d’impresa. Ha pianificato azioni di animazione territoriale e progetti per definire partnership con le istituzioni preposte all’attuazione di azioni inerenti alla Strategia delle Aree Interne del Vallo, ai bandi, alle azioni del GAL e ai progetti del Consorzio Sociale. Ha in corso iniziative tese a sostenere le imprese a titolarità giovanile attraverso il programma Benessere Giovani della Regione Campania, a valorizzare la filiera culturale della Città Museo e dell’intero comprensorio ma, soprattutto, a consolidare il proprio ruolo istituzione di riferimento per i giovani, per le imprese della provincia e per sostenere e affiancare le istituzioni preposte all’attuazione dei programmi di sviluppo nel prossimo triennio

sabato 13 aprile 2019

La Cooperativa di Comunità nelle aree interne


Le “Cooperative di Comunità” (C.D.C.) sono un progetto imprenditoriale finalizzato a fornire alle comunità locali, soprattutto dei piccoli comuni della aree “interne”, uno strumento per mantenere il livello essenziale dei servizi e per curare e valorizzare il territorio. Una risposta ai processi di impoverimento, spopolamento e abbandono che caratterizzano tante parti del nostro Paese, e che sono enfatizzati dall’attuale crisi economica e finanziaria, che tra le altre cose sta comportando una riduzione delle risorse a disposizione delle amministrazioni locali per mantenere i servizi pubblici essenziali. 



Distribuzione delle Cooperative di comunità – Fonte “rivistaimpresasociale” – 2015

La Cooperativa di Comunità stimola il protagonismo dei cittadini nella gestione dei servizi e nella valorizzazione dei territori ed è agevolata dalle ultime disposizioni governative. Il processo di liberalizzazioni tracciato dal decreto “Cresci Italia” interessa anche il settore dei servizi locali, dove il soggetto pubblico dovrà progressivamente lasciare spazio all’intervento del privato. Una prospettiva che rischia di creare non pochi problemi soprattutto nelle realtà di più piccole dimensioni. In Italia ci sono, infatti, 5.683 comuni con meno di 5.000 abitanti (pari al 70,2% del totale), nei quali vivono oltre 10 milioni di persone, pari al 17% della popolazione complessiva; sono centri di dimensioni ridotte, spesso collocati in contesti territoriali disagiati, con difficoltà di accesso e di collegamento con le reti infrastrutturali e di servizi appannaggio delle città.
  
Si tratta di cooperative polifunzionali che provvedono ai bisogni degli anziani (con la cura o la consegna a domicilio di spesa e farmaci); al potenziamento del turismo laddove la Proloco ha chiuso (tracciando itinerari paesaggistici, e organizzando eventi per attirare visitatori); alla creazione di opportunità di lavoro per le nuove generazioni soprattutto nell’ambito del dissesto idrogeologico nelle molte aree nazionali considerate a rischio.

Le esperienze in Italia
La formula della Cooperativa di Comunità sta riscuotendo grande interesse in tutta l’Italia, poichè permette di sopperire all’assenza o alla scarsità di fondi pubblici valorizzando il protagonismo locale.
1) La Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri
Per salvare il paese, lo hanno messo a cooperativa.
Succiso, sulle montagne di Reggio Emilia, 65 abitanti d’inverno, 500 d’estate, negli anni 50 ci vivevano mille persone con 4000 pecore. Nel 91 si sono inventati una ‘cooperativa di comunità’ bipartisan, associata sia a Legacoop che a Confcooperative. Veramente la definizione è arrivata un bel po’ di anni dopo, il copyright è del ministro Giuliano Poletti, la storia era già partita da un bel pezzo. Così originale da stuzzicare anche i giapponesi. L’anno scorso sono arrivati quassù a quota mille due professori di Osaka per studiare questo modello speciale.


Una cooperativa, voluta dagli abitanti di un piccolo paese per mantenerlo vivo, è una comunità. L’idea che ci ha portato alla costituzione della Cooperativa di Comunità “Valle dei Cavalieri”, dove l’associazione da parte delle persone è volontaria e la proprietà è comune, è stata quella di reagire all’insostenibilità economica di singole attività e all’assenza di servizi di interesse generale con una risposta collettiva che coinvolgesse tutti i residenti del paese.
Le risposte della collettività, spesso con il supporto degli enti locali, riescono a sopperire alle mancanze di servizi e a creare dei percorsi economici virtuosi che creano occupazione all’interno della comunità stessa con effetti positivi che inevitabilmente si riflettono sulla qualità della vita dei cittadini, che rafforzano i loro legami sociali trovando soluzioni efficaci a problemi comuni…


A partire dal 1990 sono stati costruiti una bottega di alimentari, un bar, una sala convegni, un agriturismo con venti posti letto, un ristorante ed il gruppo “hanno per scuola l’Alpe”, in collaborazione con l’associazione Altri Passi, per organizzare camminate ed insegnare ai giovani la passione per la montagna, e sono ultimamente stati realizzati un Centro Benessere, locale spogliatoio per le Attività Outdoor ed un Campo Polivalenteper le attività sportive in sintetico.
Oltre ad offrire questi servizi, la cooperativa produce nella Azienda Agricola il pecorino e la ricotta dell’Appennino Reggiano, e gestisce il servizio scolastico trasportando anche provviste e medicine.


2) La Cooperativa di Comunità Oltrevalledi Brisighella (RA)
Nata nel dicembre 2012 su iniziativa di tre giovani residenti nel territorio, con formazione ed esperienze lavorative eterogenee ma uniti dal comune obiettivo di collaborare per riqualificare e valorizzare le attività locali a beneficio della comunità, al fine di creare – e crearsi – opportunità di lavoro sul territorio. La costruzione della Cooperativa di Comunità Oltrevalle si integra allla realizzazione di un piano di sviluppo pluriennale sintetizzato nel progetto Brisighella Nuova 2.0, Comunità Ospitale, di cui condivide obiettivi e finalità, e al conseguente percorso di partecipazione pensato per coinvolgere la cittadinanza nella rivitalizzazione economica, sociale e culturale del borgo.

La cooperativa presenta caratteristiche innovative in quanto nasce dal desiderio dei soci fondatori di sviluppare una attività di carattere imprenditoriale ma profondamente legata al territorio e rispettosa delle tradizioni e cultura locali; origina dall’idea che il protagonismo dei cittadini e delle imprese, in forma associata, sia decisivo per uno sviluppo del territorio e per la soluzione dei problemi comuni, e per questo nasce come una organizzazione aperta a nuove adesioni e collaborativa. Quindi, nonostante le naturali finalità economiche e l’obiettivo di costruire nuove opportunità di lavoro, è importante sottolineare che la cooperativa vuole essere un soggetto, attivo e responsabile, che trae energia dalla volontà delle persone del luogo di unire i propri sforzi e capacità al fine di soddisfare i bisogni comuni.
La cooperativa ha per oggetto l’esercizio di una attività di impresa per:
  • Organizzare un sistema offerta turistica di comunità;
  • Organizzare iniziative finalizzate alla gestione di alloggi, camere o altre forme ricettive per uso turistico;
  • Organizzare e gestire corsi per turisti e residenti;
  • Gestire spazi espositivi e di commercializzazione di prodotti locali;
  • Ideare e promuovere eventi e attività per valorizzare il patrimonio locale.
  
Lo scopo prioritario che muove questa progettazione è quello di potenziare la promozione turistica e culturale del territorio brisighellese, con un approccio votato al coinvolgimento di tutta la comunità locale sotto i principi di un turismo propriamente responsabile. OltreValle svolgeattività di rete all’interno del territorio per mettere a sistema tutte le esperienze e le potenzialità offerte da coloro che da tempo operano nella e per la comunità; inoltre promuove percorsi turistici e culturali, in ottica di responsabilità e di sostenibilità per la comunità di riferimento.
L’idea originale di questo progetto è quella di sviluppare una promozione strutturata ed efficace del territorio collinare. La promozione riguarda sia l’ambito turistico, che quello culturale considerando come fattore chiave appunto il territorio e la comunità, con la loro storia e le loro tradizioni, ma anche capaci di offrire una diversità di proposte molto ampia in grado di raggiungere differenti tipologie di persone.
La cooperativa “OltreValle” vuole svolgere le seguenti attività a servizio della comunità:
  • Sviluppo di una rete di attori locali per la promozione turistico-culturale del territorio;
  • Costruzione di offerte turistiche di comunità;
  • Promozione di tutte le realtà operanti sul territorio nei diversi ambiti, agricolo – culturale – commerciale – turistico – naturalistico – ambientale.
  • Promozione e sviluppo di strumenti per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita turistico-commerciale della comunità.
La logica di fondo è quella del turismo responsabile di comunità, una nuova forma di accoglienza turistica, recentemente sviluppatasi in Italia in alcuni borghi e valli, in particolare dell’Appennino centro-settentrionale, ancora autentici ed integri, il cui scopo è coinvolgere la collettività in tutte le sue forme organizzate, pubbliche e private, per promuovere in modo sinergico e partecipato lo sviluppo sostenibile dell’offerta turistica territoriale. Questa originale forma di ospitalità turistica coinvolge tutta quella parte di popolazione di un borgo o di una valle che è disponibile a qualificare e arricchire l’accoglienza e l’ospitalità del proprio territorio, offrendo esperienza, competenza e testimonianza della cultura materiale del luogo, come vecchi mestieri, tradizioni, gastronomia tipica, produzioni locali di qualità, artigianato tradizionale. E’ tutta una comunità che si impegna a prendere per mano il turista in questo percorso di conoscenza e condivisione di una “vacanza” nel proprio borgo, nella propria valle. Si sviluppa in questo senso quello che viene definito il marketing esperienziale legato al turismo, laddove il consumatore assume un ruolo centrale. Il turista non è più soltanto colui che fisicamente fa la vacanza, ma è un soggetto che viene mosso da motivazioni intrinseche, legate a tematiche sociali ed ambientali, e da emozioni suscitate dai luoghi e dalle comunità che visita.
In pratica occorre lavorare con nuove funzioni di produzione dei consumatori, che non sono più soltanto fruitori di un servizio o di un bene, ma sono produttori di legami sociali e simbolici connessi a determinati prodotti e servizi, che a loro volta generano valore per l’impresa e per la comunità.
 3) La Cooperativa di Comunità “I Briganti di Cerreto
nata nel 2003 dalla precisa volontà di un gruppo di giovani residenti a Cerreto Alpi di riqualificare e implementare le attività locali, a vantaggio dell’ambiente e della comunità locale.




L’iniziativa vuole valorizzare le potenzialità della montagna per continuare a farla “vivere” nel pieno rispetto della natura.  La Cooperativa persegue l’obiettivo di attivare, organizzare e gestire iniziative specifiche relative a:
  • Cura del verde e del territorio.
  • Turismo di Comunità – Turismo Scolastico
  • Commercializzazione di prodotti dei settori d’interesse
  • Corsi didattici rivolti all’ambiente scolastico e a tutti gli interessati su temi inerenti al territorio per le sue connotazioni agricole, forestali, naturalistiche, ambientali, storico culturali.
  • Servizi ambientali per il controllo e il monitoraggio del territorio.
  • Coordinamento e gestione di iniziative finalizzate alla gestione di alloggi, camere o altre forme ricettive per uso turistico.
  • Gestione di servizi anche per conto di Enti o privati.

Intanto sull’Appennino reggiano nasce la Scuola della Cooperazione di Comunità
Ha preso il via nel 2014 a Succiso la Scuola della Cooperazione di Comunità. “Fare cooperazione di comunità per lo sviluppo locale delle aree interne. Esperienze, competenze e strumenti operativi per la cura e la valorizzazione dei territori attraverso la cooperazione di comunità”. Questo è stato il tema della prima delle due iniziative organizzate sull’Appennino Reggiano nell’ambito della Scuola della Cooperazione di Comunità, un progetto promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna e di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna grazie al progetto “La cooperativa è una comunità” finanziato dalla Legge Regionale 6/2006.

scuola della cooperazione di comunità

Il 24 e 25 ottobre 2014 a Succiso si è parlato della significativa esperienza delle cooperative di comunità situate nell’alto Appennino reggiano, in particolare le cooperative “I Briganti di Cerreto” di Cerreto Alpi e “Valle dei Cavalieri” di Succiso, nate con l’obiettivo di mantenere in quel luogo una comunità viva, attraverso la forma dell’impresa cooperativa. Una esperienza che l’Alleanza delle Cooperative Italiane ritiene possa essere replicato in altri territori.

Alle prime due giornate della Scuola hanno preso parte trenta partecipanti, provenienti oltre che da Reggio Emilia, da Benevento, Roma, Suvereto (LI)), Bagnone (MS), Ferrara e Parma. I partecipanti hanno potuto conoscere da vicino l’esperienza della Valle dei Cavalieri, visitando anche il caseificio della cooperativa.

 I progetti in corso
Analoghe proposte sono venute in Sardegna, dove si punta a recuperare le attività perdute nei piccoli paesi (Piano BAI Sardegna).
In Liguria, Legambiente e Legacoop Liguria hanno firmato un protocollo d’intesa per la salvaguardia delle comunità, attraverso la creazione di posti di lavoro, la tutela paesaggistica, il recupero di produzioni tradizionali.
Nel Lazio è stato firmato un accordo tra le centrali cooperative e i Comuni per valorizzare le comunità locali e territoriali. Tra questi, il progetto  Tor Forame alla Borghesiana (Roma) vuole facilitare la mobilità, gestire aree verdi ed energie rinnovabili.

Intanto sull’Arco Alpino
Vi sono esperienze positive di Cooperative di Comunità che proseguono già da decenni come quelle realizzate sull’arco alpino dove esistono 77 cooperative elettriche che forniscono energia a oltre 300mila persone. Il cittadino è al tempo stesso utente, consumatore e socio dell’impresa che eroga il servizio. In centri come Storo, Morbegno e Prato allo Stelvio (dove è consentito produrre e distribuire energia elettrica) si è riusciti persino a cablare il territorio e a fare teleriscaldamento.
Prato allo Stelvio, un comune di 3200 abitanti situato nell’Alta Val Venosta (Bz), ha schierato in campo un mix di diverse tecnologie grazie al quale riesce a coprire con risorse locali e rinnovabili il fabbisogno energetico della sua popolazione.
                                                                                    
Dalla sua, il comune di Prato allo Stelvio, ha una lunga tradizione nell’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, risale al 1926 la messa in funzione della prima centrale idroelettrica, e una strategia energetica locale, che vede il coinvolgimento dei cittadini, in buona parte soci della cooperativa energetica locale che gestisce gli impianti. Prato allo Stelvio si distingue per la varietà di tecnologie messe in gioco, che sfruttano la biomassa, la fonte solare, l’acqua e il vento.
La cooperativa Cooperativa E-Werk Prad gestisce i servizi di distribuzione dell’energia elettrica, di calore e di telecomunicazione a banda larga nel territorio comunale ed è in grado di coprire tutto il fabbisogno energetico (1.600 utenze elettriche, 580 utenze termiche, 250 utenze per servizi di telecomunicazione) grazie a un mix di 18 diversi impianti da fonti rinnovabili (dal solare al mini idro, dall’eolico alle biomasse). La gestione delle reti e degli impianti è il “segreto” di un successo che consente di garantire bollette del 27% in meno per l’elettricità e del 62% in meno per il riscaldamento delle case ai soci della cooperativa rispetto alle media italiana.

domenica 7 aprile 2019

Pubblicato il Bando “Fermenti” per favorire idee, progetti e iniziative dei giovani- scadenza 3 giugno 2019 ore 14,00


On line da oggi 30 marzo il bando Fermenti; un’unica misura, gestita dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, presentata anche in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità, finalizzata a favorire e sostenere idee, progetti ed iniziative capaci di attivare i giovani rispetto alle sfide sociali del Paese: uguaglianza per tutti i generi;  inclusione e partecipazione;  formazione e cultura; spazi, ambiente e territorio; autonomia, welfare, benessere e salute. Inoltre, intende promuovere la creazione di nuove opportunità di partecipazione inclusiva alla vita economica, sociale e democratica per i giovani, anche al fine di promuovere lo sviluppo e la crescita dei territori del Paese e, soprattutto, di quei territori caratterizzati da minori opportunità per i giovani, mediante l’agevolazione di progettualità a vocazione sociale.
La dotazione finanziaria per l’attuazione dell’intervento è pari ad euro 16.000.000,00.

Il bando è rivolto a “gruppi informali”, ovvero gruppi con un minimo di tre ed un massimo di cinque soggetti di età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni oppure ad “Associazioni temporanee di scopo” (ATS) tra soggetti che, sulla base della normativa vigente, sono qualificati enti del Terzo settore, costituite da un massimo di tre enti (incluso il Capofila), il cui direttivo è costituito per la maggioranza da giovani tra i diciotto e i trentacinque anni. I requisiti sono indicati negli allegati.

E’ possibile presentare la domanda di partecipazione, tutti gli allegati richiesti (compilati secondo i modelli allegati al bando) e la proposta progettuale, esclusivamente via PEC all’indirizzo giovanieserviziocivile@pec.governo.it entro e non oltre le ore 14,00 del 3 giugno 2019.



Tutte le ulteriori notizie utili direttamente sul sito dedicato www.fermenti.gov.it

giovedì 21 marzo 2019

Incentivi.gov.it: ecco la guida per imprese, startup e cittadini


Si chiama Incentivi.gov.it il nuovo progetto che raccoglie le opportunità di finanziamento per imprese, startup e cittadini.

L’iniziativa è stata presentata il 12 marzo 2019 al Ministero dello Sviluppo Economico dal ministro Luigi Di Maio, da Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, e da Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.

Il “catalogo” degli incentivi, disponibile online e in formato cartaceo, è il risultato di una collaborazione tra numerose realtà impegnate nel sostegno alle imprese: oltre al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro, il progetto coinvolge Invitalia, Agenzia delle Entrate, Cassa Depositi e Prestiti, GSE, ENEA, Finest, INPS, ICE, Unioncamere, Sace, Simest e SofiCOOP.
Gli incentivi riguardano l’avvio o la crescita di un’impresa, gli investimenti in innovazione, il rafforzamento patrimoniale, i macchinari, gli impianti e i software, l’internazionalizzazione, la formazione, la ricerca e lo sviluppo, l’efficienza energetica, le nuove assunzioni, gli sgravi fiscali.
“Circa il 40% degli incentivi – ha dichiarato il ministro Di Maio- non vengono utilizzati, anche per un problema di comunicazione delle opportunità esistenti. Questo vademecum ragionato rappresenta una nuova prospettiva nel rapporto tra Stato e imprese e consente agli imprenditori di trovare l’incentivo giusto a seconda di ciò che davvero gli serve, ad esempio in base al territorio in cui operano o alla dimensione della loro azienda. Ci saranno ulteriori step – ha proseguito Di Maio – per mettere a sistema altri incentivi e per coinvolgere le Regioni e gli enti territoriali in modo da avere lo stesso servizio anche a livello locale”.

“Questa iniziativa – ha affermato l’AD di Invitalia Domenico Arcuri –  è un cambio di approccio: i cittadini non devono più cercare, spesso invano, le opportunità che lo Stato mette a disposizione, ma queste ultime gli vengono proposte naturalmente. Invitalia è un antesignano di questo ribaltamento nel rapporto tra domanda e offerta di sviluppo: abbiamo già lanciato 3 app gratuite per tre nostri incentivi – Resto al Sud, Cultura Crea e Smart&Start Italia – che permettono agli imprenditori di seguire in tempo reale l’iter del loro progetto”.

“Vogliamo semplificare le vita delle Pmi – ha detto l’AD di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo – e mettere sempre più al centro le esigenze degli imprenditori. Lavoriamo per rendere più accessibili i prodotti in una logica integrata, dall'equity, al debito, ecc. Apriremo a breve presenze territoriali per andare incontro ai bisogni del territorio”.




lunedì 4 marzo 2019

Fondo Nazionale Innovazione per le PMI


Il Governo annuncia il Fondo Nazionale Innovazione,: da giugno, investimenti di venture capital in Startup, Scaleup e PMI innovative.


23 Gennaio 2019Un nuovo strumento per investire nelle PMI con una dotazione iniziale di un miliardo di euro e grandi ambizioni per il futuro: si potrebbero riassumere così le caratteristiche del nuovo Fondo Nazionale Innovazione(FNI), presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio.
Si tratta di un nuovo soggetto, che ha il preciso obiettivo di stimolare gli investimenti nel capitale di rischio delle imprese attraverso strumenti di venture capital. Gestito da Cassa Depositi e Prestiti, opera come strumento per investire direttamente o indirettamente in StartupScaleup e PMI Innovative
Gli investimenti sono effettuati dai singoli Fondi del FNI in modo selettivo, in conformità con le migliori pratiche del settore, in funzione della capacità di generare impatto e valore sia per l’investimento sia per l’economia nazionale.

Ci sono innanzitutto da completare una serie di passaggi organizzativi che, in base agli annunci del Governo, richiedono qualche mese, per cui la partenza operativa è prevista per giugno. Al momento dunque, si tratta solo d una presentazione dell’operazione, non della partenza ufficiale del Fondo.
Si attendono anche maggiori dettagli sulle modalità operative, che in ogni caso, come ha specificato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, prevederanno sia la possibilità di investire direttamente nel capitale di un’impresa sia quella di utilizzare veicoli specifici di investimento.

sabato 9 febbraio 2019

La Quarta Rivoluzione Industriale


Dal manifatturiero al Turismo: Industria 4.0


Venerdì 15 febbraio 2019
ore 14.30

presso il Complesso Monumentale della S.S. Pietà - Teggiano (SA)



domenica 13 gennaio 2019

SMS - Spazio Multifunzionale Salerno


SMS - Spazio Multifunzionale Salerno

presso il centro Polifunzionale Arbostella
sono attivi gratuitamente i seguenti laboratori:

Laboratorio di Cittadinanza Attiva
Laboratorio di Riciclo Creativo
Videotelling Frame/Salerno in Fantasy
Social Recording (Studio di registrazione)
Radio Salerno Village
Laboratorio di Artigianato - "Accendi il tuo futuro"
Arbostella Art Project

Gli interessati possono iscriversi scaricando il bando e il modulo di domanda sul sito www.comune.salerno.sa.it. Scadenza 25 gennaio 2019.

Dal 9 gennaio sarà attivo presso il Centro Polifunzionale Arbostella lo
Sportello di orientamento al lavoro e creazione di impresa