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martedì 9 settembre 2014

Coop.tiamo!!! - Articolo di Vincenzo Carrella

Coop.tiamo!!!

La cooperativa resta  - non solo-  uno degli  strumenti societari  attualmente incisivi ed efficaci nel nostro panorama normativo ma – per la sua versatilità- soprattutto  competitivo nel nostro territorio. Occhio ai numeri!  Secondo stime recenti ferme al 2012 stiamo intorno alle 100.000 strutture esistenti in Italia  con una diffusione capillare in tutto lo stivale e una sua massiccia  presenza  nel  Mezzogiorno: le coop  hanno mostrato una vitalità  molto più accentuata rispetto al sistema delle imprese nel suo complesso e ciò grazie, soprattutto, alla sua struttura elastica (ancora esaustivo il principio storico che la vede la sola e unica  società “a porte aperte”  grazie alla possibilità, per gli aspiranti  soci,  di  entrare e uscire con comodità, quasi  dalla porta principale, senza interevento formale del notaio) e ad una loro  tassazione ancora agevole e  accessibile.  Se a tale contesto si aggiunge il ruolo di assoluto protagonista nel  sociale -  unico e copiato in Ue il modello di  cooperativa  sociale di cui alla legge 381/1991 -  gli effetti sono ancora più ridondanti. In tale direzione i  risparmi sono ancora più evidenti e ghiotti  grazie all’ ires azzerata, l’irap agevolata per soci svantaggiati e possibilità anche di erogare rimborsi documentati ai  soci volontari  ecc.  Al di là di ogni logica, è opportuno precisare che per costituire una cooperativa occorre che  tra i suoi soci (fondatori e non) si condivida e si sviluppi un unico e sacro concetto fondamentale: quello della ccdd mutualità. Tale risulta, infatti, essere elemento vincente e trainante nella vita della coop e che ne contraddistingue – disegnandolo e  accompagnandolo in ogni sua fase operativa -  la pura gestione  da tutte le altre strutture societarie. In queste ultime  l’elemento discriminante è  rappresentato dall’affannosa ricerca dell’attesa del ccddd lucro (utile) per l'investimento realizzato dai soci; nelle coop invece il “Dio denaro” e la sua remunerazione è come se solo sfiorasse la struttura  perché l’interesse   primario e  comune  è quello  di soddisfare soprattutto esigenze e bisogni dei soci :  ad esempio nel tipico  settore della produzione lavoro e/o sociale lo sforzo della Cooperativa è quello di riuscire a collocare i soci nella filiera del lavoro (in qualsiasi forma lo si intenda cfr l 146/2001). Altra nota -per le coop sociale- è quella di sviluppare sbocchi occupazionali per i ccdd soci svantaggiati. Chi sono? Gli invalidi, ex detenuti, tossicodipendenti in cura, immigrati minori ecc. L'opportunità di lavoro loro riservato si traduce in risparmi contributivi per tutta la loro eventuale vita di lavoratori subordinati. Spieghiamo meglio il concetto: l'assunzione dei soci svantaggiati  - in qualunque forma la si configuri - prevede sgravi totali di contributi FLDP per il 100 % del loro ammontare ( e incredibilmente anche per la quota a loro carico). Costi annuali  e vantaggi e ricadute? Impresa ardua definirli in tre righe. I costi sono decisamente contenuti rispetto a una società e soprattutto ancora corsia preferenziale per affidamenti servizi  pubblici a gare ad evidenza pubblica  sotto soglia.  Su quest’ultimo fronte , comunque, sono in corso delle modifiche sostanziali alla norma (dlgs 163/2006). Non è da escludere una rivoluzionaria  ulteriore possibilità   di poter “colloquiare” con enti pubblici  attraverso schemi più flessibili e elastici. Proprio in sintonia con il loro “essere” di COOP.



Vincenzo Carrella – Dottore Commercialista Giornalista Economico 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella collaborazione!!!!

Anonimo ha detto...

Bella collaborazione!!!!